sabato 22 settembre 2012

Secondi pensieri - (116)


zeulig

Dio – “Impossìbile che Dio sia, impossibile che Dio non sia”, Mauriac ne scrive insoddisfatto con André Gide. È il Cristo, aggiunge, che gli ha fatto fare la scelta, e sempre lo entusiasma (il “dono” della fede). Il ragionamento in materia di Dio non conduce a nulla, il Dio dei filosofi. Peggio quello dei teologi – per non dire lo squallore della scommessa di Pascal: se Dio esiste bene, sennò non abbiamo perso nulla.
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Falso – È limitato. Nell’invenzione e, più, nell’espressione: le copie,  le false notizie, i complitti. Mentre la violenza, di cui si vorrebbe sfaccettatura,  è sempre incisiva - anche nelle manifestazioni non cruente, un borseggio, il furto in casa in assenza. Perché la violenza è sempre fisica, anche il borseggio con destrezza, l’altra invece è un gioco, seppure cruento.

Fisica – S’intende meccanica – meccanica nel senso comune: modualare, ripetitiva. Scientista. Mentre è il dominio della ricerca, cioè dell’incerto.

Giustizia – Si dice “giustiziato” di morti per condanna a morte. Anche se la condanna a morte è dopo Beccaria condannata quale strumento di condanna.

Più spesso le condanne a morte sono pronunciate da tribunali rivoluzionari. Le rivoluzioni fanno a meno della giustizia. La giustizia è il primo fondamento dell’uguaglianza (socialismo): le rivoluzioni sono antiegualitarie?

Guerra - Non è filosofica. Dovrebbe esserlo, ma non lo è stata e non lo è. Se non nei suoi attributi, preventiva, difensiva, coloniale, di liberazione, giusta, umanitaria, etc.. Un filosofia falsa, che discute l’apponente di un fatto incognito.

Incarnazione – È il nucleo dei monoteismi, ebraico, cristiano, mussulmano, sia essa attesa oppure avvenuta. E, attenuata, di ogni religione: Dio si vuole come l’uomo. Totemico, sciamanico o fantastico invece che consacrato.
È in essa anche la grazia, un’attesa che è delibatio – prelievo, anticipo, consumo: sostanza.  Altrimenti si fa filosofia. Anche attraente, ma come risolvere il cubo di Kubik.

Secondo la teologia mistica (speculativa, fisica, dei teologi orientali), la Redenzione arriva per il solo fatto dell’Incarnazione, cioè l’unione in Cristo della natura divina e di quela umana. Anche la concezione di sant’Agostino converge, dell’Incarnazione come riscatto dal diavolo, che s’era impadronito dell’uomo.

Matrimonio - Uxor pessima, pessimus maritus , Marziale non se ne capacitava, ma così avviene, il matrimonio è additivo - cumulativo e non dialettico.

Nazionalismo – Ha svuotato l’idea di nazione, se non quella di patria, pacifica e scontata per lunghi secoli in una col coagularsi delle lingue (le letterature, le storie). Il nazionalismo europeo, in un secolo di guerre civili. È l’esito del Novecento, e il senso della crisi dell’Europa. >Nelle due guerre mondiali e nella guerra fredda. Guerra concettuale, ma lunga mezzo secolo e oltre, e senza remore, compreso l’annientamento, i cui effetti condizionano anche il Duemila.

Paternità – È una novità assoluta. Tutti i maschi americani, gay e non, pare, vogliono essere padri. Occuparsi cioè dei figli, dopo averli in qualche modo procreati. Negli Usa si possono seguire almeno quattro serie tv sul tema della paternità: “The New Normal”, “Brothers and Sisters”, “Guys with kids”, e “Brothers and sisters”. La legge ha aperto il congedo parentale anche ai padri. In Francia molti autori scrivono il libro sulla propria paternità, come figli e come padri.
Può essere l’effetto del crescente isolamento cui costringe la condizione urbana: la vita fuori casa è serpe meno interessante. Sarà anche la reazione a mezzo secolo di femminismo totalitario. Ma è una novità, e come una scoperta. Non c’è molta riflessione sulla paternità, sul rapporto padri-figli più che sulla generazione. Non ce n’è affatto.

Volendo essere profondi, è l’ “ideologia” profonda del Vangelo: un Figlio che insegna a conoscere e amare il Padre (“chi vede il Figlio vede il Padre”).

Puzza – È concettuale, un senso di disgusto. Come di ogni proprietà, non è inerente alla cosa. È un giudizio. Ultimamente abbastanza regolamentato: igiene e etica sono indissociabili nella società postmoderna in senso proprio – di dopo il Seicento, quando si cominciò a fare il bagno e il bucato più di una volta ogni sei mesi. Ma chi vive accanto a una conceria, o a una sorgente solforosa, o anche in un magazzino Decathlon, in un ospedale, in uno spogliatoio, può non soffrirne, e anzi trovare le puzze gradevoli, senza essere feticista. Per non dire delle scarpe di gomma in casa – un fenomeno ormai di più generazioni, che forse sta per sciogliere e rovesciare l’accoppiata igiene-modernità. Mentre gli odori di santità possono sapere di disfacimento. Puzzano anche i profumi, per chi non ama quella speciale fragranza – in “Zazie” il profumo Barbouze de Fior puzza perché ha un buon odore.

Storia - Oggi la memoria va molto, ma non c’è memoria senza l’oggi. Anche se non si può dar torto a Nietzsche, ogni atto dell’andare avanti è tornare indietro. E a Spengler, per cui i fatti storici essendo fatti psichici, la storia non può fare a meno del concetto di causa. E quando diventerà più complessa della natura? I suoi tempi senz’altro sono più veloci della natura, catastrofi comprese. Gentile vede a tratti un’attività vuota: un cielo lampeggiante d’infinite luci, che splendono un momento e subito si spengono, “restando immota e immutabile solo l’enorme volta appena soffusa del tenue chiarore prodotto dalla sfuggente luminosità di tutte quelle stelle cadenti, spettacolo da fermare ogni cuore più animoso”.
                        
Umanità – Viene opposta nel linguaggio comune all’animalità (istinti animali, irragionevolezza, imprevedibilità). Mentre si esprime (si conferma, si realizza, esiste) attraverso l’animalità, i sensi. Nell’amore come nell’odio. E più nella santità: la privazione, la rinuncia, la penitenza sono tutte fisiche, materiali – animali.

Viaggiare – Heidegger direbbe, l’ha detto al corso del 1929-‘30: “L’uomo è questo non-poter-restare e insieme questo non-poter-partire”. Che obiettargli? L’uomo è periegeta, sempre in moto, senza meta. E più spesso senza memoria, giusto per l’irrequietezza. Dicono che s’è perduta la memoria. Dicono che succede agli autodidatti, che hanno questa schiavitù. Ma che senso ha la mobilità?  “Coelum non animum mutant qui trans mare currunt”, stabilisce Campanella: cambia solo il cielo andando per mare. Ma chi sarebbe così insensato da morire prima di aver fatto il giro della propria prigione? è il paradosso di Zenone-Yourcenar.

zeulig@antiit.eu

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