lunedì 2 settembre 2013

La recessione – 5

Tutto quello che dovreste sapere ma non si dice:
Gli italiani che vanno dal rigattiere, dal “compro oro” e al monte dei pegni, sono aumentati in due anni dall’8 per cento endemico al 28 per cento: un italiano su quattro vende o dà in pegno mobili e preziosi.

Duemila posti di lavoro perduti ogni giorno lavorativo da due anni almeno. Le statistiche Istat vengono in ritardo ma non smentiscono quello che tutti vedono.

La disoccupazione è al 22 per cento in Campania, al 7,5 in Lombardia.

In sei mesi 6.500 fallimenti. Trentacinque al giorno.
La statistica dei tribunali fallimentari non interessa “Il Sole 24 Ore”, che non ne fa nemmeno una breve nelle sue 30-40 pagine: la parola d’ordine è alla ripresa.

Chiudono i negozi in serie, cambiando il panorama urbano: ovunque vetrine sporche, serrande rotte, e corrispondenza ammucchiata nel vano porta.
Chiudono pure molte banche, di quella a dieci sporti vetrati, per la trasparenza, moltiplicando la sporcizia.

“Fiducia delle imprese ai massimi”, titola a tutta pagina “Il Sole 24 Ore”. Che in piccolo spiega: “In agosto l’indice Istat risale a 82,2, il miglior risultato dall’agosto 2012”. Certo, può sempre andare peggio - siamo all’82,2 rispetto ai 114 punti dell’agosto 2007.

Nel testo, poi, tutti gli interlocutori, imprenditori o esperti, sono pessimisti. La crisi è anche l’effetto di un’informazione deviata: incapace? manipolata? 


La spesa dei turisti spagnoli in Italia nei primi sette  mesi si è quasi dimezzata – hanno speso quanto i canadesi, l’1,6 per cento del totale. Quella dei cinesi è aumentata di un terzo.
La Germania, malgrado il boom, ha ridotto abbondantemente la spesa in Italia dopo molti anni.

Gli spagnoli spendono in Italia la metà degli olandesi, o belgi, o austriaci, anche se sono tre e quattro volte tanti.

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