“Se la
stupidità non somigliasse tanto al progresso, al talento, alla speranza e al
miglioramento che a malapena possiamo distinguerla, nessuno vorrebbe essere
stupido”. Musil esordisce ricordando quanto scriveva nel 1931, una freddura.
Ora siamo nella primavera del 1937, c’è Hitler in Germania, Musil ha già dovuto
lasciare Berlino per Vienna subito nel 1933, l’Austria è ancora libera. Dovrà riemigrare l’anno dopo, dopo l’Anschluss, avendo moglie ebrea, e alla
Federazione Austriaca del Lavoro, che si diletta dell’argomento per una serie
di conferenze, ne fa un ghirigoro. Parlare della stupidità, si schermisce, “può
essere interpretato come presunzione, arroganza”, etc.
La
conferenza si è trasformata in un saggio apprezzato di Musil in Italia – non in
lingua tedesca: oltre a queste tre edizioni, ne ha avute almeno cinque, “Carte
segrete” nel 1967, Einaudi, Shakespeare & Company, Archinto, Oscar
Mondadori – da cui prendiamo le traduzioni, di Andrea Casalegno, le più scorrevoli.
Ma, concettosa, è singolarmente vuota.
Il tema
sarebbe invece fertile. Da Jean Paul in poi. Kant
aggiungerà: “La stupidità è frutto di un cuore maligno”. “Ciò non è vero”,
obietterà Hannah Arendt, “la malvagità nasce dalla mancanza di pensiero”. Che
non è stupidità, “può riscontrarsi in persone di grande intelligenza”. Quanto
alla stupidità amorosa, è inattaccabile, dice Barthes.
È la più trita, ma è anche un’urgenza,
un desiderio, una carne: “La stupidità è l’essere superiori. L’innamorato lo è
continuamente”, e se ne fa una ragione: “È
stupido – dice - e tuttavia è vero””.
O non sarà la condizione umana, tra
stupore e stolidità? Da cui cerchiamo di uscire, anche con la stupidità
propriamente intesa. La sua negazione è una delle grandi colpe della
contemporaneità: ha reso la vita – già gaudiosa – impossibile agli stupidi. La
stupidità si vendica contagiando gli abolizionisti: psicologi, analisti, anime
buone.
Robert Musil, Sulla stupidità, Se, pp. 79 € 12
La Vita Felice, pp. € 105 € 9,50
Free online, nella traduzione di
Antonello Sciacchitano
Nessun commento:
Posta un commento