giovedì 20 marzo 2014

Per una storia degli Esclusi dalla Resistenza

Una serie di memorie e situazioni che rinviano alla Calabria, terra d’origine dello scrittore – una modesta origine, modestissima: la casa natale di Perri a Careri, dipinta in copertina da Rosella Zito, riporta anch’essa a un altro mondo. Sono piccole moralità e storie semplici di paese, soprattutto di donne, che Perri costruisce, col sorriso e il lieto fine, inframezzate da aneddoti storici (“Il Chichibio calabrese”, “Nino Martino”).
Scritture di ottant’anni fa, ma aliene dal rondismo e altri stili dell’epoca, asciutte anzi, nervose, e per questo sempre leggibili. Storie d’altri tempi, oggi, non tanto per i soggetti dei racconti, quanto per come sono nate, per la biografia “d’altri tempi” dello scrittore che Giulia Francesca Perri evoca in breve nella presentazione.
Carcerato nel 1932 per complicità nella fuga, nel 1929, di Carlo Rosselli ed Emilio Lussu dal confino di Lipari, fu poi messo al bando a Milano, dove risiedeva da vent’anni, da tutte le pubblicazioni, benché non condannato: non poteva pubblicare, né libri né racconti o articoli. Con moglie e quattro figli a carico, Perri se la vide brutta. Angelo Rizzoli gli diede una mano pubblicandogli questi racconti sulle riviste femminili, “Mani di Fata”, “Novella”.
Non era per lui una novità. Nel 1927 aveva perso l’impiego alle Poste, sempre per antifascismo. Solo parzialmente risarcito l’anno dopo dal premio Mondadori per il romanzo “Emigranti” – il capostipite di tanta letteratura di questo millennio, di Melania Mazzucco, di Mimmo Gangemi. Continuò a pubblicare con uno pseudonimo, Paolo Albatrelli, che aveva adottato nel 1924, sempre per sfuggire alla censura fascista, reo di aver pubblicato sulla “Voce repubblicana” un romanzo ferocemente critico, “I Conquistatori”, sulla camicie nere in Lomellina nel 1921.
Una storia triste, oltre che di altri tempi: della inutilità dell’impegno. Se non per la propria coerenza.  Perri sarà escluso poi, nella Repubblica, dall’empireo della Resistenza, e dalle relative celebrazioni, pur essendone stato attivo e costante protagonista. Della Resistenza vera. Riotterrà l’impiego alle Poste, questo è vero - dopo un breve periodo di direzione, alla Liberazione, della “Voce repubblicana”. Ci sarebbe da fare una storia degli “Esclusi dalla Resistenza”.
Francesco Perri, Storie d’altri tempi, Franco Pancallo Editore, pp. 219 € 15

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