Un po’ Freud: essere-per-la-morte. Un
po’ alternativo: il burattino è vivo e soffre in mezzo a tutti burattini
bugiardi, compreso papà Geppetto, anche se col naso normale. Un
po’generazionale, nerd: Pinocchio cerca il padre che non c’è, nel mentre che lamenta
la dispersione digitale. Nel complesso, un palco pieno di solitudini,
monologanti.
Latella, “non ho mai fatto le scuole”,
s’inventa un suo Pinocchio. Anche linguisticamente, l’originale caricandolo di
Dante , frasi fatte e riferimenti d’oggi. Ma è più visivo che non storico e
letterario. Forse: la scena è una pioggerellina di trucioli di legno, Pinocchio
è un povero Christian La Rocca con un busto di legno, anzi un tronco per busto.
Insomma, non è il “Pinocchio” noto, e non
si sa cos’altro è. Una specie d’appropriazione indebita.
Antonio Latella, Pinocchio, Milano, Piccolo Teatro
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