lunedì 13 marzo 2017

Il Raiume dell’ipocrisia

Lunedì pomeriggio, a quattro giorni dall’evento, si fa sport “A tutto campo”, radio Rai 1, con il rigore dato alla Juventus contro il Milan venerdì sera. Per trenta minuti. I conduttori intrepidi lanciano anche un sondaggio, di cui subito danno l’esito: l’80 per cento dà ragione al Milan. S’inventano anche uno sms di uno juventino: “Mi vergogno, ma…”. Inframezzando ogni tanto l’incitamento fazioso con l’ammonizione contro alaviolenza negli stadi e fuori, dei calciatori, dei tifosi, degli arbitri - e della Juventus. Il Milan ha vinto all’andata per un rigore non dato alla Juventus, ma non fa niente. Il Milan è reduce da una vittoria sul Sassuolo imposta dall’arbitro, con corredo di rigore, ma cos’è il Sassuolo.  
Il futuro paleontologo scoprirà che questa è stata l’età dell’ipocrisia, della comunicazione dei furbi. Dice: cos’è “A tutto campo”? Intanto è la Rai che è così. Inutile fare la casistica, l’ascoltatore medio ne viene ogni giorno a ogni ora affogato. Su radio Rai 1 e 3 in particolare. In coincidenza con una certa stagione politica, del compromesso, ma questo è succedaneo, conta che la Rai è l’Italia.
Oggi come oggi l’ipocrisia non lascia traccia. Tanto più se, come alla Rai, è pervasiva, in ogni poro, in ogni fibra. Ma un giorno i mezzi non mancheranno, una spettrografia dei sudori freddi, i linguaggi biforcuti, le furbizie. Sempre che ci siano ancora storici o comunque appassionati di sapere perché l’Italia si inabissò.


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