sabato 14 aprile 2018

L’astensione è di classe, nei quartieri multietnici

Il voto è diventato incerto e volatile nel decennio culminato il 4 marzo in misura record nella storia della Repubblica. Di un quarto superiore al vecchio record di “abbandoni” tra il 1987 e il 1994, nello smottamento e il crollo della “Prima Repubblica”. Allora gli studi sui flussi di voto rilevarono 15 milioni di “abbandoni”, di passaggi da un partito all’altro. Nel decennio concluso il 4 marzo sono stati 20 milioni. Mentre l’astensione è salita tra i due periodi di 14 punti percentuli.
Un astensionismo soprattutto “di classe”, mette in rilievo uno studio sui flussi di voto condotto da “Lotta Comunista”. Nei quartieri periferici delle città, operai e\o multietnici. A Torino la quota  Abn (di astenuti e schede bianche o nulle) si aggira in questi quartieri sul 36-37 per cento dei residenti. Ma, al netto dei maggiorenni stranieri che in queti quartieri abitano ma non votano, salgono al 44 per cento alle Vallette e a Falchera, e al 55 per cento a Barriera di Milano. Analogamente a Genova: la quota Abn è nei quartieri popolari multietnici al 35-37 per cento dei residenti, ma, non contando gli stranieri maggiorenni, sale al 44 per cento a Bolzaneto e Legaccio, al 48 a Cornigliano, e al 55 per cento a Sampierdarena. A Milano gli Abn senza i residenti stranieri sono il 43 per cento ad Affori, il 48 al Corvetto, il 50 a Quarto Oggiaro, il 51 al Giambellino, e il 53 a piazzale Loreto.

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