mercoledì 20 giugno 2018

Fisco, appalti, abusi (123)

La digitalizzazione al ministero dell’Interno (Viminale e prefetture) non ha semplificato le procedure ma le ha moltiplicate, rendendole spesso inaccessibili se non a professionisti. Con danno per il cittadino, in denaro e in tempo, che il più delle volte deve ricorrere a intermediari per la gestione delle pratiche (codici alfanumerici di 40-50 lettere….)

La digitalizzazione ha accresciuto all’Interno di poco meno di un terzo i costi del Personale, invece di ridurli come promesso. Per il personale nuovo e da riciclare.

Sono cresciuti all’Interno anche i costi per materiali e amministrativi, sempre a causa della digitalizzazione. Un portale centrale (SANA) si è costruito mostruoso, in cui vengono repertoriati ogni giorno milioni di documenti inutili, con costi di gestione (hardware, software, personale) non ancora quantificati ma dell’ordine del 30-50 per cento in più rispetto agli analoghi capitoli di spesa storici.

Le cento prefetture riproducono in scala il SANA. Che devono alimentare e dal quale devono venire alimentate, soprattutto nelle  procedure di incasso e esecutive.
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Fondi di investimento tutti perdenti, da due anni. Bollette della luce e del gas sempre più illeggibili. Il raddoppio del canone del telefono fisso – ormai da due anni. Stampa specializzata e gruppi consumeristici fanno a gara a tenere gli utenti-risparmiatori all’oscuro. Nonché non protestare, non informano neanche.

C’è ancora Di Pietro fra i destinatari del 2 x mille Irpef. E una Lega Nord per l’Indipendenza della Padania. Mentre non c’è il movimento 5 Stelle, che ha un terzo dell’elettorato.

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