Ombre - 774
“Intorno
ai 5 milioni di dollari” i finanziamenti sovietici annui al Pci, confessa a Gnoli su “Robinson” l’ex cassiere del Pci
Gianni Cervetti, un funzionario formato a Mosca, dal 1956 l 961. Apparentemente
candido. Poi c’erano le “merci”: pelli e oro. E gli “sfioramenti”, in Svizzera,
delle aziende italiane in affari con Mosca, specie di Eni e Italsider. Ma questo non si dice.
“Ringrazio
lui, o chi sta dietro a lui e che ha deciso di mandarmi qui nei paesi baltici”,
dice mons. George Gänswein, esiliato dal papa Francesco, sul “Corriere della
sera”. Terribile. Forse malizioso, ma quel “o chi sta dietro a lui”, italiano
imperfetto, apre un varco enorme sulle estemporaneità del papa defunto.
Il povero
papa Leone XIV anche lui si assolda nel fronte anti-Trump. L’Italia è ossessionata
da Trump. Non l’Italia, i media: non c’è America se non sotto forma di anti-Trump.
Anche nei media di destra.
Trump che
è in Italia il tycoon, anche in chi mostra di non sapere l’inglese. Anche
nei media di destra. Cosa che non è nei media americani, anche
dell’estrema sinistra. Strano ma non poi troppo, siamo sempre quella di Eco, una estrema provincia dell'impero.
L’intonazione
dell’“Ave Maria” all’annuncio dal balcone, la gita a Genazzano il giorno dopo
per la Madonna del Buon Consiglio (“dov’è oggi una festa della Madonna? andiamo”),
la preghiera a Santa Maria Maggiore, il “Salve Regina”, detto e cantato, alla
seconda apparizione al balcone. Con Gesù gridato nel motto e all’annuncio – “senza
di lui non siamo nulla”. È fede, quella di Leone XIV, di cristiano credente. Col
culto per la Madonna nel ricordo evidente della madre propria, non di furie
femministe. Leone XIV si è mostrato con veemenza tutto, e niente, stiamo qui a
chiederci se è contro Trump, e pro Francesco. Barbarie dei tempi, o dei media?
Sardonico
il ministro del Tesoro Giorgetti su Unicredit-Bpm: “Ha deciso il consiglio dei
ministri”. Non il suo comitatino di ragionieri di partito. Parla anche di
Bper-Popolare Sondrio: “Pds ha una valenza locale” – di una banca che ha 35 sportelli
a Roma, 34 a Milano, e 7 a Sondrio. Per non parlare della sua Ops, tramite
Monte dei Paschi, su mezza finanza milanese.
È anche
vero che nessuno glielo chiede.
Si leggono
con tristezza le cronache conniventi di Giorgetti in ogni giornale. Di uno che,
con ogni evidenza, mira a un credito politicizzato: Bpm autonoma sotto la
sua ferula, ora al ministero, domani al partito, e il progetto Mps-Mediobanca-Generali,
di una banca semifallita, a spese comunque di 50 o 100 mila risparmiatori, che si
compra Mediobanca e Generali. Una cosa scandalosa.
Stupidità
non è.
Si vede
al Foro Italico per Sinner l’Italia che non si vede, non nel quartiere, per le
strade, sui media, e che fa l’Italia.
Tutta carota, parrucche, occhiali, magliette, scarpe, calzettoni, calzoncini. E fanatismo.
Prima e fuori del match, che è un allenamento. Osannante per l’Italia,
poco sapendo di tennis. Nella forma di un ragazzo tirolese – della Val Pusteria,
poi. Educato, certo.
Agghiacciante.
“I leader
europei pongono le basi per un tribunale speciale per giudicare Putin”. L’Europa
alla frutta? Tribunale speciale? Putin? Si sapeva – si dovrebbe – che
affidandosi a baltici e slavi l’Europa sarebbe finita male. Ora esagerano, ma
la gente nemmeno se ne accorge.
Si vede e
si ammira – in Italia – l’Europa sotto le specie di Macron. Che ha ridotto male
la Francia. Senza politica. Una destra invadente. E un debito pubblico
schizzato, sotto la sua guida da ex ministro dell’Economia, nei sette-otto anni
di suo governo, dal 97 al 120 per cento del pil - e al 2,2 per cento al servizio del debito. Di che soffocare la Francia - come già avviene da tre decenni per l'Italia.
La pace, enunciata
dal nuovo papa come prima parola della sua presentazione, viene subito “ridotta”
all’Ucraina e a Gaza. Ma il papa agostiniano ne sa di più: sant’Agostino è quello
della “guerra giusta”, e anzi uno che sa che la guerra è tra noi, come il peccato
– per colpa del peccato.
La sua
pace è quella nel Cristo, ma chi sa, chi ascolta?
La chiesa
come “arca di salvezza che naviga attraverso i flutti della storia, faro che illumina
le notti del mondo. E ciò non tanto grazie alla magnificenza delle sue
strutture e per la grandiosità delle sue costruzioni, come i monumenti in cui ci
troviamo”, quanto “attraverso la santità dei suoi membri”.
È strano
che ci voglia un papa nuovo, e dall’aria dimessa, non invadente, a dire la
verità della cosa.
Alberto
Melloni è storico “informato” della chiesa – sa tutto dei concili, p.es.,
almeno fino a quando ne faceva parte il cardinale Martini. Ma ora è orfano di papa
Bergoglio. Scrive sul “Corriere della sera” che il nuovo papa è bergogliano,
anche più di Bergoglio, proprio così, a partire dal nome, “facendosi chiamare
Leone, come l’amico di san Francesco”. Qui si capisce che in effetti ci deve essere
lo Spirito Santo, se i cardinali sono andati oltre lo storico.
Elio
Germano ha l’Oscar italiano per “Berlinguer, la grande ambizione”, e nessuno
dice niente. Gifuni, Orlando, Tommaso Ragno, gli altri candidati?
Lui,
furbo, chiude il vaso aprendo una polemica col ministro – vecchia scuola Pci,
la diversione, i compagni sono creduli.
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