Trump snob – o degli uomini forti
Trump estasiato a Londra, a corte. Pomposo, ma sinceramente ammirato. Da
dove annuncia, imperiale, la fine di ogni contenzioso con la Cina, per gli accordi
personali da lui definiti in lunghe telefonate con il presidente Xi. Dopo avere
coltivato a lungo, con molteplici chilometriche telefonate, Putin. E nella
passata presidenza perfino Kim Jong-Un, o come si chiama il re in borghese
della Corea del Nord – figlio di Kim Jong-Il, figlio di Kim Il-sung.
Il presidente americano è un po’ snob, servile. Questa sembra essere
sfuggita al drammaturgo Massini, che lo porta in scena come vantone, “Donald, storia
molto più che leggendaria”. Ammira e imita persone autorevoli, forti.
In piccolo anche il legame speciale con la “piccoletta” Meloni rientra
in questa passione – “una dei veri leader del mondo, ha fatto irruzione in Europa,
tutti la amano”. Trump sarà stato anche sorpreso dall’ottimo inglese della pdc:
non all’altezza del re Carlo, ma non gli capita con gli altri supereroi, Putin,
Xi, Kim.
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