La Grande Madre è la Nonna
Spassosa ricostruzione della nonna materna, con la
quale Trevi ha passato le estati fino al 1985 o al 1987, quindi per oltre vent’anni,
in Calabria, in un paese di mare, in una casa con un grande giardino, in mezzo
al paese. “Come certe ragazzine”, è l’incipit – quela che “iniziano a raggiare ….
nel giro di un’estate” – “mia nonna diventò bellissima dopo gli ottanta”. Nella
stessa vena il seguito. Che è in realtà la storia materna di Trevi, dopo quella
del padre e della casa del padre, “La casa del mago” (e quella degli amici morti
presto, Rocco Carbone e Pia Pera, “Due vite”). Una storia di donne, tutte
formidabili: la trisavola che si mise con un brigante, quello che l’aveva
vendicata uccidendo l’assassino di suo marito, generoso e pio medico dei poveri;
la bisnonna che girava con la pistola nella borsetta, quella che si era comprata
quando si era invaghita del futuro marito, per paura che qualche malintenzionata
glielo rubasse – questa è “longilinea” e “magra” come la madre, e altrettanto autoritaria.
Il conte è un vero conte, nobiluomo napoletano, mite e mingherlino, cultore dei Borboni, finito in paese, si presume, con
servo-padrone molto gay, che incontra la nonna per chiedere un favore (poter attraversare
il giardino nella quotidiana passeggiata da casa al mare): ne diventerà la
compagnia quotidiana. Una liaison che culminerà in un sontuoso ricevimeno
verso Eboli di vera nobiltà napoletana, nel quale la nonna farà una sorta di tardivo
debutto.
Detto così non è niente. Ma Trevi sa farne una
(piccola) epopea. Con la ricostruzione anche, suggestiva e breve (e per ogni aspetto
veridica, si può attestare) di un piccolo mondo antico e ben caratterizzato –
nella fattispecie molto calabrese, benché la Calabria sia lunga e varia, per storia
e per mentalità.
Con numerose digressioni, altrettanto spassose. La
Grande Madre mediterranea di tanti mitografi che invece sarebbe la Madre della
Madre, ossia la Nonna – “sono stato più un cocco di nonna che un cocco di mamma”
(con letteratura allegata). L’anamnesi di “Beautiful”. La nonna “cenerentola” a
Eboli. La torre di guardia cinquecentesca alla marina e Francis Marion Crawford.
La location, non detta, è San Nicola Arcella. Il
conte invece alla fine è individuato: è Erminio Scalera, degli “Aneddoti
borbonici”.
Emanuele Trevi, Mia nonna e il Conte, Solferino,
pp. 113 €15
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