Si vince al calcio con la lingua
Si vince al calcio nel Millennio con la lingua: o squadre inglesi, che pescano nel vastissimo
mondo dell’anglofonia, o squadre spagnole, che pescano in America latina. Si dice
che inglesi e spagnoli vincono per i soldi, ma i soldi sono ovunque, e altrove non vincono – vedi Commisso a Firenze, mentre il
Psg ha vinto, male, dopo un quarto di secolo di spese forsennate (fallendo con
enormi campioni, Neymar, Messi, Mbappé, etc,). La lingua condivisa rafforza lo
spogliatoio e dà sintonia alle squadre in campo.
In Italia gli innesti
stranieri sono stati a lungo limitati, del tempo in cui l’impero aglo-ispanico
non si era consolidato, e hanno agito come “innesti”, fuori serie: Platini, i tre olandesi, Cristiano Ronaldo (innesto
costosissimo non riuscito), e poi gli argentini, da Sivori a Maradona, Batistuta,
Higuaìn, Tevez, Dybala – ma qui per un’affinità sempre etno-linguistica.
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