Ombre - 774
Difesa al
2 per cento del pil? Fatto. Al 5 per cento? Sarà fatto. Il capo dei 5 Stelle
Conte imbordellisce la questione, che però è di suo assurda. Passare quest’anno
dall’1,5 al 2 per cento del pil significa 1,2 miliardi in più. Per un’Italia
che stringe la cinghia su ogni centesimo d’indebitamento è già molto. Passare al 5 per cento, come Crosetto si sbraccia di promettere, significa quasi eguagliare
la spesa per la sanità – 6,2 per cento. Insensato. Oltre che stupido: a chi Meloni
deve fare la guerra?
Effettuare
fuori della Ue, della libera circolazione Schengen - e dell’attivismo di
avvocati senza causa - p. es. in Albania, l’accertamento del diritto d’asilo no,
scandalo, persecuzione. Anche se il commercio dei nuovi schiavi, gli immigrati,
si fa forte soprattutto dello sbarco in area Schengen. Delocalizzare, cioè deportare,
i detenuti immigrati in carceri a buon mercato, p.es. in Kossovo, sì. Non è una
doppia morale, è la politica zero: chi vive di social non pensa.
Basta un
nulla per scatenare le tribù a Tripoli, con centinaia di morti. Un inferno creato
dai “democratizzatori” americani, la zarina Hillary Clinton e il debole Obama.
Col contributo volenteroso del corrotto Sarkozy, il presidente francese che
voleva seppellire i finanziamenti ricevuti da Gheddafi – assassinandolo – e scalzare
l’Italia dalla Libia.
C’è accanimento
della Procura di Taranto contro l’acciaieria? Sì, c’è. Contro l’impianto
convertito su criteri ambientali? Si. Ha allontanato i due vecchi proprietari stranieri,
ne ha già allontanato un terzo, e intimorisce il quarto. Vuole la chiusura
dell’acciaieria, malgrado un’Autorizzazione Integrale Ambientale che è la più
severa d’Europa. Non vuole un’acciaieria, nemmeno “verde”, la vuole chiusa. E
l’ha chiusa, di fatto. Con quale autorità. E, soprattutto, perché?
Si rivive
a Taranto la chiusura di Bagnoli 35 anni fa. Che da allora attende di diventare polo dell’economia del turismo, invece che della industria, che caratterizzava
il napoletano – del “Rinascimento dei camerieri”
che indignava l’economista illustre della città, Mariano D’Antonio, tanto da
indurlo, in tarda età, a lasciare Napoli per Roma. Ora Meloni ne promette l’avvio, il quarto, per l’America’s Cup. Nel 2027 - terminata la bonifica (per due
miliardi di spesa).
L’Italia
è stata depennata dal Weimar +, il coordinamento ristretto europeo (Germania,
Francia, Italia, Polonia, Gran Bretagna, Spagna) sulla guerra in Ucraina? Sì. No.
Colpa dei socialisti tedeschi. Il neo cancelliere Dc Merz rimedierà domani a
Roma.
No, colpa di
Merz, che nel suo governo ha voluto, dopo 50 anni, gli Esteri. Non è
un “cordone sanitario” socialista contro
il centro-destra di Meloni: il “triangolo Weimar”, Germania-Francia-Polonia, un
accordo in disuso del 1991, quando serviva a scaldare il posto per la Polonia
nella Ue, è stato rilanciato e allargato il 13 febbraio u.s. dal governo socialista
a Berlino. Ma si sottovaluta la Germania, quantum mutata ab illo, dopo
la riunificazione – senza più i russi a Berlino.
Festa
grande all’Olimpico di Roma e a Bologna per la Coppa Italia. L’anno scorso la
vinse la Juventus, con analoghe manifestazioni. Poi deragliate nella lite dell’allenatore
contro il direttore sportivo. Uno che ha fatto di tutto nella stagione per ostacolarlo.
Assumendogli anche un sostituto, in segreto ma facendolo sapere. Col quale poi
ha spento 250 milioni per calciatori inutili. Mentre liquidava giovani che ora
sono colonne altrove, di Nazionali e grandi. Errori? No, è una dirigenza sempre
al comando. Ma allora, che affari?
Che i
sindacati revochino lo sciopero di 24 ore domani, perché domenica si insedia il
papa in tv, questa era da vedere. Niente carità cristiana per i milioni di
pendolari e altri viaggiatori che sarebbero rimasti a terra – con biglietto
difficilmente trasferibile o rimborsabile. Un sindacato di signori.
È Landini,
personaggio tv? È la Cgil che intronizza Landini - con un fido Bombardieri tale
e quale il nome (non solo Craxi, anche Nenni fa rivoltare nella tomba). E la
cosa non si ridicolizza.
E così avvenne “la scoperta di Unicredit” – che pure esiste da alcuni decenni.
Lunedì o martedì diventa il gruppo bancario a maggiore capitalizzazione di
Borsa, e oh meraviglia. Niente meraviglia prima, in questi quattro anni.
Durante i quali un titolo che navigava a 12 euro è passato a 56 - e viaggia
verso i 65 (65,5 per l’esattezza).
Può succedere in Borsa. Ma non per caso. Il caso è che i media se
ne accorgano per il record.
Non c’è più informazione. Neanche in affari – nemmeno per qualche
intrallazzo. Per sapere come va il mondo bisogna sapere le lingue – è il
“vantaggio”, in chiave ippica, della altrimenti leggerina Meloni (ma un
vantaggio énaurme, si direbbe nel teatro dell’assurdo).
Rivela il
“New Yorker” lo shock di George Clooney il 15 giugno 2024, a un evento da lui organizzato
“con migliaia di donatori” per la campagna presidenziale, quando incontrò
Biden: “Non era l’uomo che conosceva da anni, e quel che è peggio Biden non
mostrò nemmeno di riconoscerlo”. Non connetteva, e Obama che doveva presentarlo
ai “donatori”, restò senza parole.
Biden,
“reduce da un lungo viaggio dal vertice del G 7 in Italia, apparve a Clooney
come se fosse invecchiato d’un colpo di dieci anni”. Qualcun altro ricorda:
“Era come vedere qualcuno in piedi che non era vivo”. E al G 7? Come e cosa si decide
in questi vertici?
Unanimità
a Cannes su Trump. Un coro, soprattutto americano – titoli assicurati. Silenzio invece su Netanyahu. Trump non si
teme, Netanyahu sì? Il cinema non è molto colto – Netanyahu, Gaza, chi, cosa,
dove?
“Trump si
arrende alla Cina”. Mentre ha ottenuto, ha cominciato a ottenere, quello che
voleva. È così difficile
capire che le “trumpate” sono tecniche negoziali? Siamo o non siamo un popolo
di mercanti – quando eravamo qualcosa, fino alla scoperta dell’America?
È curioso questo tifo per la Cina, Xi è meglio di Trump?
“Saranno
solo due, un uomo e una donna, i pattinatori russi che potranno gareggiare
all’Olimpiade di Cortina”. Non sono state ammesse copie d’artistico e coppie di
danza. La Russia nel pattinaggio di figura, coppie e danza, è sempre stata di
gran lunga la più forte nazionale del mondo”. Una scelta “olimpica” selettiva.
Democratica o corrotta?
“La maggioranza
dei russi sarebbe felice della tregua”, spiega a Imarisio sul “Corriere della
sera” Aleksei Gromyko, nipote del sempiterno ministro degli Esteri della Russia
sovietica, ora direttore dell’Istituto Europeo, all’Accademia moscovita delle Scienze
– benché contrario all’invasione dell’Ucraina. Ma aggiunge: “Nessuna sicurezza
europea senza coinvolgere noi”. O contro di noi, avrebbe potuto specificare.
Che la Ue prepari una cortina di ferro, contro nessuna minaccia, è in effetti
assurdo.
È come se
la Ue, aggiunge Gromyko, “avesse demandato la gestione del problema ucraino a
Paesi che provano odio nei nostri confronti, e ad altri che invece stanno
traendo profitto dal rifornimento bellico”. In effetti, come si fa a dare la
politica estera e di difesa europea ai Baltici e alla Polonia?
L’assassinio
di Matteotti spiega Mieli pacifico - recensendo lo storico Fulvio Conti, “Massoneria
e fascismo” - che “fu commissionato ed eseguito dalla massoneria”. E cita tutti
i responsabili, una mezza dozzina, tra mandanti ed esecutori. Si sono fatte molte
evocazioni del delitto, per i cento anni, ma il fatto più evidente è rimasto
taciuto. Dopo, e sotto, l’“antifascismo” non si sa pensare niente.
Spiega il
premier britannico Starmer, laburista: “Il partito laburista ha come valore
chiave l’idea che l’immigrazione deve essere controllata, che deve essere selettiva
e che dobbiamo scegliere chi vogliamo”. Populismo? Di sinistra? L’immigrazione
va governata?
Si scoprono
da qualche anno per il 25 aprile figure di partigiani, comandanti, vittime, e gesti
eroici della Resistenza di cui non si sapeva nemmeno l’esistenza. Si scopre a
poco a poco – il Grande Fratello che governa l’antifascismo fa sempre paura. Ma
con capacità narrative sempre più
affinate
– forse perché i materiali sono (erano) sostanziosi.
Circolano
ancora per Roma macchine della Polizia, ora declassate alla Polizia
Penitenziaria, con lo stemma a stelle, che sarebbe di Subaru. La più piccola
delle case giapponesi, con circolazione ridotta in Italia, quasi scomparsa,
eccetto che a Roma. Lascito degli anni di Berlusconi, degli appalti pubblici che
escludevano la Fiat – l’Avvocato Agnelli, il “santino” sul comodino di Berlusconi,
lo snobbava. Subaru per la Polizia, gonfie Bmw e Audi per il governo – le famose
“auto blu” poi svendute da Renzi, una delle sue “rottamazioni”. Il nazionalismo
è (un po’) ambiguo.
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