La Cina di Xi dalla corruzione alla corruzione
Il presidente cinese Xi Jinping si è creato un potere assoluto tramite la lotta alla corruzione.
Che ora lo indebolisce. Non da ora, dalla crisi dell’immobiliare cinque anni fa,
per la quale non seppe prendere decisioni drastiche. Sorride sempre, ma non
decide - ha persino smesso da qualche tempo l’ammuìna attorno a Taiwan,
alle isole, al Mar Cinese Meridionale. Nella contesa sui dazi con Trump è dato
vincente (ma solo in Italia), mentre accetta di fatto le accuse americane, che
la Cina fa dumping in vari modi, compreso quello monetario, ruba tecnologia a sbafo,
sovvenziona le esportazioni.
Si moltiplicano anche le indagini e gli scandali finanziari, quasi la Cina
fosse diventata un paese di ricettatori e riciclatori. Molti investimenti
cinesi in Europa si rivelano virtuali, coperture di speculazioni, evasione
fiscale, riciclaggio. Si moltiplicano i reati scovati dalle Fia europee, Financial
Information Unit. Da ultimo dalla Banca d’Italia, con fondi per almeno 100
milioni sifonati da una presunta banca cinese, di cui non c’è traccia in nessun
registro, che si rivela “un canale di pagamento per il riciclaggio di fondi
provenienti in gran parte da estese reti di imprese italiane”, sotto indagine
per frodi nelle fatturazioni e per abuso di fondi pubblici – tra questi in particolare
i bonus fiscali e le risorse del Pnrr.
Nessun commento:
Posta un commento