Ombre - 779
Netanyahu
che prega in diretta per Trump è puro farisaismo, visivo. Ma col dubbio, il farisaismo
è di Netanyahu oppure del suo Dio?
Perché,
dopo, c’è la cerimonia propiziatoria della guerra al Muro del Pianto: con un altro
Dio non sarebbe sacrilegio?
La falsa
liberalizzazione dell’energia documentata da bollette “incomprensibili” (ma
tutte uguali, cioè ingiustificatamente care) merita infine oggi un mezzo saggio
di Ferruccio de Bortoli su “L’Economia”. Dove però non trova spazio l’essenziale,
che l’80 per cento del caro energia, per le famiglie, è costituito da false imposte
di scopo: “oneri di sistema”, “trasporto”, su strutture vecchie di decenni, e “gestione
del contatore”, che si gestisce da solo, in automatico. Su cui pagare anche l’Iva
– l’Iva sulle imposte… F7erruccio, ovvio, sa di che si tratta, ma non bisogna
disturbare l’Arera - l’Agenzia pubblica che protegge il mercato, a danno degli
utenti?
La Ducati
mette in campo i fratelli Marquez e Bagnaia. Cui però dà una moto di seconda
mano – corre, dice, “in balia di una Ducati” che non riconosce. Il mercato ispanico
è molto più ampio di quello italiano, certo, ma lo sport è tutto qui, a chi fa
vendere di più.
Il direttore
dell’Agenza Internazionale per l’Energia, dopo avere offerto a Netanyahu l’innesco
per il piano d’attacco all’Iran, fa marcia indietro: non “c‘è niente di vero”,
“non esistono prove” sulla bomba atomica degli ayatollah, “un attacco armato
contro le centrali nucleari non dovrebbe mai farsi, potrebbe provocare rilasci
radioattivi, con gravi conseguenze, dentro e fuori dello Stato attaccato”.
Rafael Marian Grossi si chiama il direttore. Argentino, diplomatico, di basso rango.
Cambia qualcosa? Si, non si capisce perché sta all’Aiea – uno vale uno, Grillo dilaga?
O non
sarà quello che attacca l’asino dove vuole il padrone.
Una
gru alta 60 metri che deturpava da vent’anni il Piazzale degli Uffici, e anche
la Signoria, incombendo sulla Loggia dei Lanzi, si è potuta infine rimuovere
grazie alla donazione di 18 cittadini, diecimila euro ciascuno. Il Comune non ci
aveva nemmeno provato, la Sovrintendenza non rispondeva, i curatori degli Uffizi
si sono dovuto occupare in solitario della questione. La gru era stata montata
per costruire i Nuovi Uffizi, un progetto di trent’anni fa, che la città però
non sa-vuole-può realizzare – il concorso per l’ideazione era stato vinto nel
1998 dall’architetto Isozaki.
Il declino di Firenze ha aspetti
incredibili.
“Spesa pubblica,
frodi per 2 miliardi”, solo a Roma, solo nel 2024. Per l’ex reddito di cittadinanza,
ma di più naturalmente per fatture false e fondi spariti – “mostre e convegni”
sono i “veicoli” preferiti. Il Terzo Settore era una valvola all’inefficiente spesa
pubblica al suo nascere, trenta e qualche anno fa, ora è il suo principale drenaggio.
Tifo da
stadio per i bombardamenti israeliani delle centrali nucleari iraniane. Tanto, se si “liberassero” un po’ di radiazioni sarebbe un problema per gli iraniani.
Ma forse è solo superficialità, il giornale serve ormai effettivamente solo a incartare
il pesce.
Fa un
po’senso che a Taormina si premi come miglior libro di saggistica “Il suicidio
di Israele”, di Anna Foa. Riflessione di un’ebrea, per quanto laica, ma dura
con l’Israele di Netanyahu. Poi si riflette che da troppi giorni l’esercito
israeliano, esercito di leva, non di professionisti più o meno maneschi, spara
sulla folla inerme, assembrata per l’acqua o cibo. E l’immagine emerge dei Sondernkommando,
che più volentieri non erano dei brutti tedeschi ma di baltici e di ucraini, e
sterminavano più rapidi del gas.
Israele
di oggi – già di prima della guerra scatenata da Hamas il 7 ottobre - si
dice vittima d Netanyahu, ma Netanyahu è ben Israele. Primo ministro di un
governo eletto, attraverso varie coalizioni. Primo ministro da quasi trent’anni
- con due intervalli, di dieci anni, e di un anno e mezzo.
“Se pesa
la durezza degli allenamenti, rido”, spiega Antonio Conte, l’allenatore vincente
del Napoli, su “7”: “Zidane e Del Piero si allenavano in modo molto più duro. Oggi
si fa un terzo di quello che facevamo noi”.
E si vede, il calcio in fatto di atletismo è allo stadio zero, fra urla
strazianti al menomo contatto e simulazioni perfino buffonesche.
Il
direttore ministeriale della Cultura, Nicola Borrelli, serafico spiega che il
quasi milione di cui il ministero ha gratificato il presunto regista americano
che è ora n carcere per avere ucciso moglie e figlia, non lo ha dato all’americano
folle, lo ha dato a un produttore italiano, Matteo Pedrotti. Ora scomparso,
insieme con la sua società di produzione, da vero pariolino – basta l’indirizzo,
via Bertoloni, dietro Villa Taverna, parco dell’ambasciatore americano. Il suo omonimo
milanese per questa strana avvedutezza gli avrebbe dato l’ergastolo, ma a Roma
i soldi corrono facile.
Comica visita
della Juventus alla Casa Bianca – a fini di beneficenza? Una folla di atleti
che non sa l’inglese - a parte i due americani, Weah e McKennie, che sanno di
che si tratta e tacciono. Tanto meno quello veloce e criptico delle conferenze
stampa. A parte i dirigenti. Uno dei quali si assume il compito di dire le famose
sette parole. Visita che il presidente non sa come gestire, se non coi suoi
argomenti del giorno: un presidente Biden autopen (?) e il transgender
nell’atletismo. “Avete belle atlete nel vostro team?”, chiedeva Trump, e
nessuno capiva. Finché il nuovo manager Comolli ha detto infine le sette parole:
“Abbiamo un team di donne molto vincente”.
Però
Elkann aveva più di un motivo per provare ad agganciare Trump, e forse c’è riuscito
– con l’aiuto generoso di Gianni Infantino, il presidente della Fifa, che ha
saputo stuzzicare Trump sul suo lato, quello mercantile (quanti soldi questo
strano Campionato mondiale sta facendo girare per gli Usa). Il mercato di Stellantis
per un terzo almeno è in America, ma con macchine prodotte altrove, e un atto
di grazia di Trump è necessario. Anche se con la svalutazione del dollaro il
danno è già fatto, anche senza i dazi.
“Los
Angeles brucia. Trump manda i marines”, bruciava cinque o dieci giorni fa. Poi
all’improvviso più niente. Ma bruciava sui giornali italiani, su quelli
americani, tutti anti-Trump, niente o quasi. È sempre strano il rapporto degli italiani
(giornalisti) con gli Stati Uniti, che pure è il paese dei loro sogni. Non può essere
ignoranza, c’è sempre una vena di sovietismo.
“Meloni crede
di essere protagonista internazionale? Si culli nelle sue illusioni”. Singolare
euresi (inventio) di Cacciari in
tv. Volgare per un filosofo, seppure narratologo - Nietzsche certo: appendere il
nemico a un’immagine che è facile trafiggere. Singolare che un filosofo faccia la
sera il Mauro Corona in tv – senza nemmeno la scusa del goccetto.
L’Anpi,
L’Associazione dei Partigiani, che si mobilita a Venezia contro il matrimonio di
Bezos, è da ridere. E forse a questo la “mobbilitazione” è intesa, a dare
lustro all’“evento”. Ma che tristezza, un uso così sciocco dell’antifascismo.
L’indagato,
Occhiuto, presidente della Regione Calabria, non ha le “carte”, “Domani”, il giornale
di Carlo De Benedetti, sì. Il Procuratore di Catanzaro è della stessa loggia di
De Benedetti? Progressista, certo.
“Macron
fa scalo in Groenlandia e sfida Donald Trump”. Sicuro che no, ma sembra un programma
dell’Opera dei Pupi a Palermo, del signor Cuticchio.
Macron al
G 7 in Canada: no alla mediazione Putin fra Israele e Iran. C’è sempre Macron sui
giornali italiani, deve avere un miele speciale – in Francia, dove è presidente,
non gli danno molto spazio.
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