sabato 12 luglio 2025

Il glorioso passato – recente – di Firenze

“E dirai ai vicini e ai lontani che la festa di giovedì notte, a Firenze, fu qualche cosa di grande, di maestoso, di antico: fu un delirio sublime, che tavolozza non saprebbe dipingere….Il nostro plebiscito….”. È Carlo Lorenzini, poi “Collodi”, giornalista alla “Nazione”, che il 18 marzo 1860 fa risorgere l’entusiaasmo per l’unione col Piemonte per la nascita dell’Italia – forse la sola rivoluzione europea, di richiamo unanime, fra le tante dell’Otto-Novecento. Dumas segue, con le cronache dei garibaldini in Sicilia. Manzoni contribuisce un anno dopo con un estrattto della relazione, che subito diventerà imperativa, “Dell’unità della lingua e dei mezzi di diffonderla”: una lingua unica è necessaria, e il toscano è il più adatto. Con consigli pratici: segnaletica stradale riscritta, una gita a Firenze in premio agli scolari meritevoli, maestri toscani, o che abbiano studiato in Toscana….
Lo storico quotidiano fiorentino si regala e regala una raccolta di collaborazioni celebri –“la letteratura quotidiana, scrittori sulle pagine de La Nazione”. I nomi dei collaboratori sono tanti, e tanto prestigiosi, oltre ai tanti dell’Ottocento: Papini, Montale, Ortese, Luzi, Palazzeschi, il giovanissimo Tondelli, Moravia, Savinio, etc. c’è  anche Amalia Guglielminetti. Un volume bello e malinconico, dei nomi e gli eventi, della città e del suo giornale, tutto al passato. Un omaggio ai lettori, ma di  più, non volendo?, a questo passato - della città, del giornale, dei collaboratori – ora, irrimediabilmente?, perso.
Luca Scarlini (a cura di), La Nazione –
Grandi Firme, pp. 78, ill., gratuito col quotidiano

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