L’antifascismo illiberale
Fa senso che non
si ricordi – non solo non si celebri, nemmeno si ricordi – la bastonatura
assassina di Giovanni Amendola a Montecatini da parte dei fascisti del federale Scorza
cento anni fa oggi. Di Amendola come poi di Gobetti. Che ne moriranno. A petto delle
paginate, le commemorazioni al parlamento, i libri, i dibattiti, i documentari un anno fa per
Matteotti. Fa senso perché Matteotti, peraltro un socialista, a suo tempo isolato
dai comunisti, è stato assunto dall’(ex) Pci ora Pd, mentre Amendola e Gobetti erano solo
democratici. Non c’è opinione pubblica in Italia, c’è solo, e sempre, la museruola,
il Mito è sempre lì.
Non è disattenzione, non non voluta. Se
non è disprezzo e odio. Anche se Giovanni Amendola è stato il padre di Giorgio,
che fu una colonna del partito Comunista di Togliatti. Ma Giorgio era un
“migliorista”, quindi anche lui abietto, quasi quanto un socialista.
Per lo stesso motivo come non si è citato
Salvemini in morte di Matteotti. Non celebrato, nemmeno ricordato, nemmeno per
curiosità. Arrestato per avere detto Mussolini il mandante di Matteotti. Cosa
vera, che Mussolini rivendicò.
La memoria è una sola. Non solo cresce
in Italia la povertà delle famiglie, nel quinto o sesto paese più ricco del mondo, e questo è discutibile.
Ma la povertà degli storici no, quella galoppa.
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