L’Europa che potrebbe e non vuole essere – 2
L’Europa è nata a Messina, nel 1957, ma poi è stata “renana”, franco-tedesca. Era giusto, c’era la guerra fredda, c’erano i russi a Berlino, e un’esistenza
in forma di difesa più che naturale.
L’asse renano c’è ancora, non c’è altra Europa. Ma senza entusiasmi né idee, e anzi disaffezionato – perfino la famosa politica agricola “comune”,
che tutta l’Europa ha pagato per decenni a beneficio delle campagne francesi e
tedesche, è ora in bassa fortuna.
Prodi a Bruxelles ha provato vent’anni fa a scardinare l’asse, moltiplicando
le adesioni – dieci in un colpo. L’effetto è stato la diluizione della Ue, quasi la
scomparsa, se non per la gestione dell’ordinario. Una burocrazia, buona ad
alimentare l’aneddotica della stupidità. Niente è peraltro possibile senza l’accordo
di 27 governi.
Ora è all’ora slava, baltici compresi, e scandinavi - e richiedenti asilo, ucraini, moldavi, eccetera. Dell’antica
ossessione della Russia, potenza imperiale. E di mille sospetti e conflitti
reciproci, per ora sottaciuti ma sempre vivi. Un quadro che non sa governare, limitandosi
alla solita burocrazia – anche della Russia, il Nemico, se ne parla tanto per
parlare.
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