venerdì 8 agosto 2025

Mandare a processo chi lavora con Israele

Collaborare con Israele (forniture, investimenti, tecnologie) è complicità in vari crimini, compresi “apartheid e genocidio”. È una tesi ardita, che che ha fatto dichiarare l’autrice, una giurista italiana dottoranda a Amsterdam, da tre anni “Relatrice Speciale Onu per i diritti umani sui territori occupati da Israele”, persona non grata negli Stati Uniti, dove pure lavora. Questo è il suo Rapporto.
I fatti esaminati ci sono. La colonizzazione è la politica israeliana ormai da un quarto di secolo, perseguita anche con l’esercito. E la disparità o ingiustizia legale, di diritto - non solo quello applicato, anche quello formale - è da apartheid. Molti dei fatti qui esaminati, o anche non più recenti, sono stati esaminati, e condannati, anche dalla Corte Penale Internazionale. Che aveva condannato già Ariel Sharon, protocolonizzatore, prima di Netanyhu.
Il governo israeliano prende molto sul serio la condanna di Albanese, dedicandola una nota molto lunga e dettagliata di contestazioni. E tuttavia si legge il rapporto, tanto più per essere minuzioso di riferimenti giuridici e giurisdizionali, come un’esercitazione a vuoto. Il diritto internazionale è contro Israele. I precedenti giirisdizionali sono contro le aziende che traggono profitto da situazioni di illegalità, come persecuzione e sfruttameno - il caso della I.G.Farben nell’Olocausto è il più famoso, ma tanti altri processi sono andati a buon fine, in Sud Africa e altrove. Ma chi e come può ora condannare un’impresa che abbia fatto o faccia affari in Israele? Con che autorità? A che fine? La questione, qui prospettata “di principio”, sa di vecchia crociata contro le “multinazionali”, come usava dire, sfruttatrici etc. Mentre il colonialismo israeliano nei confronti dei palestinesi è dato per scontato, anche se sull’autorità di storici israeliani (non citati, ma presenti).
Àlbanese, dottoranda in Diritto Internazionale dei Rifugiati ad Amsterdam, è da un decennio funzionaria Onu per i Diritti Umani. Aveva già redatto tre Rapporti internaziomli sull’occupazione israeliana della Cisgiordania, prima di questo incarico, sempre per conto dell’Onu, nell’ottobre 2022, nel luglio e nell’ottobre 2023. E dopo il 7 ottobre aveva pubblicato, conl la collaborazione di Christian Elia, e con la postfazione della filosofa De Monticelli, un veemente “J’accuse” – non un instant book, precisava, d’occasione, ma “Gli attacchi del 7 Ottobre, Hamas, il terrorismo, Israele, l’apartheid in Palestina e la guerra”. Questo rapporto, d’impianto giuridico, è appena più contenuto del pamphlet. E d’altra parte, se  l’esercito israeliano ha dubbi sull’approccio del governo di Netanyahu su Gaza, e la Germania, la Germania…., ha deciso di sospendere gli aiuti militari a Israele, i fatti ci sono.
Francesca Albanese, Dall’economia dell’occupazione all’economia del genocidio, PaperFIRST, pp 169 € 5

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