Se l’IA si fa servopadrona
Il
settimanale affronta l’intelligenza artificiale dal punto di vista
dell’innovazione, e quindi con ottimismo: ogni innovazione ha creato problemi
ma l’effetto generale è stato di miglioramento. Anche perequativo, con una più
ampia distribuzione della ricchezza creata con la novità. Di processo o di
produzione. Ma ogni novità comporta degli adattamenti, e delle linee-guida, dei
manuali d’uso. Dal punto di vista dei codici, ma anche da quello della
produzione, degli effetti economici complessivi. Sul lavoro, dalla
programmazione ai controlli, costanti; sulla produzione (organizzazione,
massimizzazione dei fattori): sulla distribuzione del reddito.
I rischi già prevedibili dell’IA sull’economia sono
presto detti: l’imprevedibilità, la radicalizzazione degli effetti.
L’intelligenza artificiale è un servocomando che può riuscire essere
utilissimo, per abbreviare i tempi decisionali, e anche queli esecutivi, anche
quelli ripetitivi. Ma è rischioso.
Il settimanale non dice come, ma sarà come già avvenuto
in Borsa con i servo automatismi. Per cui può avvenire che un movimento
limitato su un titolo o una valutazione di indicatore di mercato scateni (ha
scatenato, anche se pochissime volte), movimenti ampi incontrollati. Un
servocomando a rischio servo padrone.
The
Economics of superintelligence, “The Economist”
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