zeulig
Adiafora
–Gli
“a parte” degli stoici, i quali distinguevano fra ciò che uno può fare, ciò che
non può fare, e le cose appunto indifferenti. Tra esse c’era il sesso. Ma non
la politica, che è un dover essere.
Non si vive nascondendosi, quella è
un’altra scuola.
Amore – Raccontato, è sempre più inverosimile – “fa ridere”, diceva Pessoa (che però
non amava, se non se stesso, in quattro o cinque persone diverse). O altrimenti
sfiora comico, negli approcci e la ginnastica sessuali.
Va bene solo in poesia. Perché è “inconsistente”, di una
consistenza immateriale. Le “cose” che lo manifestano o realizzano non sono
“amorevoli”, o induttori di amore – che non sia dichiarato.
Don
Giovanni – È il personaggio di tanti personaggi – quello di Da Ponte-Mozart
svettante su tutti gli altri, in parole e musica.
Si confonde con Casanova – il dissoluto libertino
“storico”, vero o falso che sia, gli si sovrappone. Mentre è tutt’altro, più
Faust che Casanova.
Il rapporto tra i due veneziani, Casanova e Da Ponte,
sarà stato sicuramente indagato. Ma Goethe, il “Faust”? Quanto è l’esito di
tanto Dr. Faustus, e niente di Casanova,
o di Da Ponte? Casanova memorialista sarà edito molto tardi, Da Ponte era in
scena da tre o quattro anni.
Si può anche pensare a un Casanova memorialista modellato
sul mito di don Giovanni, anche se sembra veridico, narratore di cose viste e
vissute.
Immaginazione
– Si direbbe di fatto sempre “al potere”, buono o
cattivo. O il potere non è altro che immaginazione - e volontà, certo, ma allora occorrono
accorgimenti.
Infinito
- L’infinito è ineguale. Cartesio ci trova la prova dell’esistenza di
Dio, come colui che ci ha messo in testa l’idea d’infinito. Mentre non si mette
in testa a qualcuno un’idea senza avercela già trovata, la cosa è stata
dimostrata da Socrate, o Platone che sia.
Morte
-
“Nella paura della morte
c’è qualcosa che fa pensare a un senso di colpa: con essa si manifesta forse la
vendetta della vita non abbastanza amata. La morte è un pregiudizio” – Lou Salomé.
Può
essere: parlano di morte i preti e le beghine, astinenti.
Dio ha creato l’eternità, il tempo è degli
orologiai. L’attesa, o paura, della morte è parte della storia degli orologiai.
Reale – È tutto, anche l’inesistente? Si può argomentare con Boerges, in
conversazione con Arbasino (“Passeggiando tra i draghi addormentati”, 257): “I
sogni sono reali, come lo stato di veglia. Le fantasticherie sono reali, il mio
passato è reale, come la memoria e la storia”.
Rivoluzione
- La rivoluzione vuole un altro
alfabeto e questo non è possibile.
L’ultima, il Sessantotto,
ci è andata vicino. Ha la pretesa di avere aperto nuove dimensioni, e questo è
possibile, se ci sono le undici del pazzo Gödel. Ma più quella dell’ordine che
ritorna: dopotutto il ‘68 è etico, cioè sistematico.
Storia – “È un sogno e un incubo «da cui cerco di svegliarmi», come diceva Joyce”,
Borges in A.Arbasino, “Passeggiando tra i draghi addormentati”.257.
È mutevole, ma è segnata dall’eternità, da
percorsi a noi esterni e ignoti – il vincolo non viene mai meno.
Suicidio - È bizzarro che si sia passati dal delitto, ecclesiastico e giuridico (“istigazione al
suicidio”) all’approvazione con tanto di raccomandazione, come a una pratica sociale,
socialmente utile e procurata – la Consulta che fa alle Asl l’obbligo di attrezzarsi
di strumentazione tecnica in grado di obbedire ai movimenti dell’occhio o della
testa del candidato suicida.
Una pratica sociale matura all’improvviso? I cambiamenti
radicali sono nella storia istantanei?
“Bisogna amarsi molto per suicidarsi”, A. Camus.
Verità - Il sapere assoluto è un’idea da uguali.
Da uguali e distinti. Nella verità l’essere è invece intrecciato.
Il nostro rapporto con
l’infinito non è un sapere, è il desiderio. E il desiderio è un bisogno che non
può essere soddisfatto, si nutre del suo stesso appetito.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento