mercoledì 13 agosto 2025

Secondi pensieri - 567

zeulig


Adiafora –Gli “a parte” degli stoici, i quali distinguevano fra ciò che uno può fare, ciò che non può fare, e le cose appunto indifferenti. Tra esse c’era il sesso. Ma non la politica, che è un dover essere.
Non si vive nascondendosi, quella è un’altra scuola.
 
Amore – Raccontato, è sempre più inverosimile – “fa ridere”, diceva Pessoa (che però non amava, se non se stesso, in quattro o cinque persone diverse). O altrimenti sfiora comico, negli approcci e la ginnastica sessuali.
Va bene solo in poesia. Perché è “inconsistente”, di una consistenza immateriale. Le “cose” che lo manifestano o realizzano non sono “amorevoli”, o induttori di amore – che non sia dichiarato.
 
Don Giovanni – È il personaggio di tanti personaggi – quello di Da Ponte-Mozart svettante su tutti gli altri, in parole e musica.
Si confonde con Casanova – il dissoluto libertino “storico”, vero o falso che sia, gli si sovrappone. Mentre è tutt’altro, più Faust che Casanova.
Il rapporto tra i due veneziani, Casanova e Da Ponte, sarà stato sicuramente indagato. Ma Goethe, il “Faust”? Quanto è l’esito di tanto  Dr. Faustus, e niente di Casanova, o di Da Ponte? Casanova memorialista sarà edito molto tardi, Da Ponte era in scena da tre o quattro anni.
 
Si può anche pensare a un Casanova memorialista modellato sul mito di don Giovanni, anche se sembra veridico, narratore di cose viste e vissute.
 
Immaginazione – Si direbbe di fatto sempre “al potere”, buono o cattivo. O il potere non è altro che immaginazione  - e volontà, certo, ma allora occorrono accorgimenti.
 
Infinito -  L’infinito è ineguale. Cartesio ci trova la prova dell’esistenza di Dio, come colui che ci ha messo in testa l’idea d’infinito. Mentre non si mette in testa a qualcuno un’idea senza avercela già trovata, la cosa è stata dimostrata da Socrate, o Platone che sia.
 
Morte - “Nella paura della morte c’è qualcosa che fa pensare a un senso di colpa: con essa si manifesta forse la vendetta della vita non abbastanza amata. La morte è un pregiudizio” – Lou Salomé.
Può essere: parlano di morte i preti e le beghine, astinenti.
 
Dio ha creato l’eternità, il tempo è degli orologiai. L’attesa, o paura, della morte è parte della storia degli orologiai.
 
Reale – È tutto, anche l’inesistente? Si può argomentare con Boerges, in conversazione con Arbasino (“Passeggiando tra i draghi addormentati”, 257): “I sogni sono reali, come lo stato di veglia. Le fantasticherie sono reali, il mio passato è reale, come la memoria e la storia”.
 
Rivoluzione - La rivoluzione vuole un altro alfabeto e questo non è possibile.
L’ultima, il Sessantotto, ci è andata vicino. Ha la pretesa di avere aperto nuove dimensioni, e questo è possibile, se ci sono le undici del pazzo Gödel. Ma più quella dell’ordine che ritorna: dopotutto il ‘68 è etico, cioè sistematico.
 
Storia – “È un sogno e un incubo «da cui cerco di svegliarmi», come diceva Joyce”, Borges in A.Arbasino, “Passeggiando tra i draghi addormentati”.257.
 
È mutevole, ma  è segnata dall’eternità, da percorsi a noi esterni e ignoti – il vincolo non viene mai meno.
 
Suicidio - È bizzarro che si sia passati dal delitto, ecclesiastico e giuridico (“istigazione al suicidio”) all’approvazione con tanto di raccomandazione, come a una pratica sociale, socialmente utile e procurata – la Consulta che fa alle Asl l’obbligo di attrezzarsi di strumentazione tecnica in grado di obbedire ai movimenti dell’occhio o della testa del candidato suicida.
Una pratica sociale matura all’improvviso? I cambiamenti radicali sono nella storia istantanei?
 
“Bisogna amarsi molto per suicidarsi”, A. Camus.
 
Verità - Il sapere assoluto è un’idea da uguali. Da uguali e distinti. Nella verità l’essere è invece intrecciato.
Il nostro rapporto con l’infinito non è un sapere, è il desiderio. E il desiderio è un bisogno che non può essere soddisfatto, si nutre del suo stesso appetito.  

zeulig@antiit.eu

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