W. Pedullà e il segreto D’Arrigo
Una
memoria grata del padre Walter, a proposito della sua amicizia incondizionata
con Stefano D’Arrigo, quasi un totem, della sua propria passione per la
ricerca, i linguaggi, la “scrittura”, e quindi sulla mezza vita spesa per e con
“Horcynus Orca”. Con molte curiosità – perché la H, perché la y…. E con un
segreto su D’Arrigo confidato al figlio in segreto e d’autorità in uno degli
ultimi momenti – che Gabriele non svela ma è probabilmente che D’Arrigo era figlio
di una prostituta (ma è vero, Walter ne aveva prove, o è una fantasia dello scrittore?). Da leggere non tanto per il cumulo dell’aneddotica, quando
per una semplice e evidente considerazione, che pure non si fa: “Era un periodo
(quello in cui Walter operava come “critico militante”, n.d.r.) in cui tutti
gli autori importanti avevano dei critici di riferimento, che li consigliavano
e nei momenti di scoramento li rincuoravano, aiutandoli anche psicologicamente”.
Niente più critici, niente più autori - non c’è l’Autore senza il suo Critico.
È
anche per questo che non c’è più una letteratura contemporanea - si pubblica
molto e moltissimo, e molte riviste letterarie pure si pubblicano, ma è solo commercio?
Gabriele
Pedullà, La mia vita insieme all’Orca,
“Il Sole 24 Ore Domenica”
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