Secondi pensieri (568)
zeulig
Cicli –Si (ris)scopre
(periodicamente) l’oblio, la compassione, la socievolezza, l’amicizia, l’ambiente,
la fede, etc., tutte le cose che il mondo psicoanalitico non considera(va) o
cela(va).
Col cervello inventivo, anche senza il sogno, o il rimosso (la smemoratezza)
– senza cioè un reagente esterno.
Per un insopprimibile ritmo ciclico dell’esistenza – storia? O della
conoscenza.
Dio
donna - Dio è donna lo sostiene Blixen, oltre agli gnostici:
“Capiremmo la natura e le leggi del Cosmo se riconoscessimo il suo creatore e
padrone essere di sesso femminile”. Ci spiegheremmo il mondo di sangue e lacrime
se dicessimo la Provvidenza una pastora e non un pastore: le lacrime sono per
la donna perle preziose, il sangue la ragazza lo versa per divenire vergine, la
vergine per diventare sposa, la sposa per diventare madre - “La relazione fra
il mondo e il Creatore è per la donna una storia d’amore. E in una storia
d’amore la ricerca e il dubbio sono assurdità”.
Evoluzione – La vita fa
molteplice, mentre poi è solo una – quella del cane non è quella del gatto.
Quella umana per esempio, che si studia di adattarla o riadattarla, ricucirla,
svelenirla, ma non modificarla, non si può. Quella umana come di ogni altra specie
– un goldendoodle o un labradoodle non è diverso da un qualsiasi
meticcio umano, un incrocio fra due esseri della stessa specie.
Più che un percorso di adattamento del
“migliore” – una sorta di esercizio, o prova, ci chi e che cosa meglio si
adatta all’ambiente – è un dio che gioca a dadi. Che trova cioè realtà –
processi, qualità – che non aveva programmato e nemmeno immaginato. Un percorso
casuale, non del più adatto o del migliore, nei particolari e nella sostanza. Tanto
più se è vero, come è vero, che c’erano un tempo tante specie umane (cinque?). Che
però, evidentemente, non erano destinate a durare – o non hanno saputo farlo –
mentre quella che oggi viviamo, detta col sesso di poi posteriori homo
sapiens, ha potuto o saputo.
La Natura, ordinata, viene dopo.
Prima, nel disordine, nel processo del divenire, è disordinata – il caos. Un miscuglio
non ben combinato di elementi naturali – forze, corpi, anticorpi, clima, aridità,
umidità.
La combinazione salvifica viene dopo, sempre casuale, non “ordinata”,
a un’autorità, un principio, una “legge”. La causa è
sempre un insieme di cause.
La “selezione naturale” è un
bisticcio linguistico, dato che \invece è del tutto casuale. Imprevedibile è la
vita come imprevedibile è l’intelligenza – della vita come di ogni altro cosa.
Nel lungoperiodo ma anche nel breve e brevissimo.
Storia - La cancel culture
che voleva abolirla è la prima innovazione americana decidua, già prima della
reazione trumpiana, o MAGA. La critical race theory non è morta, ma
stenta, anch’essa semplificata - puntata
sul razzismo, si scontra con l’inevitabile: il razzismo non è tutta la storia.
La storia non è razzista, al
contrario. Si è sempre difesa dal ritornante invadente tribalismo, che pure
deve averla avviata.
La storia è segnata dall’eternità,
da percorsi a noi esterni e ignoti – Nietzsche insomma: “Ogni desiderio anela
all’eternità”, eccetera.
Verità – È specialmente
affossata dalla narrazione, che è la comunicazione – riflessione, pensiero,
scrittura – del tempo. Per di più, prevalentemente, nella forma della
confessione o memoir. Per il peso assunto nella vita mentale dalla psicoanalisi,
il racconto della vita. Qui, però, con un curioso sdoppiamento: la verità
concussa (ovviamente concussa, se sottoposta a terapia) nel nome della verità.
zeulig@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento