La
parola nasce dal suono negativo iniziale del sanscrito, un’aspirata equivalente
al “non”, seguito dalla radice ar-.., che è di tutti i composti, compresi i
nomi propri (Artaserse, Artabano, etc., il celtico Artù), col senso di valore (impresa,
nobiltà, superiorità) – eroe, il tedesco Herr, arte, artefice, etc., - ma
piace pensarla come il negativo di “ariano”.
Nonnarcato – “La Grande Madre
mediterranea è in Italia una madre primitiva”. Così Ernst Bernhard - “il grande
psicologo junghiano, nonché astrologo e chiromante” (E. Trevi, “Mia nonna e il
Conte”, p.18) – in “Il complesso della Grande Madre” (nella raccolta “Mitobiografia”).
Con i noti effetti boomerang: “Essa vizia per lo più i suoi figli con la
massima istintività… Ma quanto più li vizia, tanto più li rende dipendenti da
sé”, trasformandosi, da “buona madre nutrice e protettrice… nella cattiva madre”.
Trevi, figlio di Mario
Trevi, altro grande junghiano, discepolo di Bernhard, non è d’accordo: “Come
tutte le teorie”, obietta a Bernhard, “anche quella della Grande Madre finisce per
occultare dettagli dell’esperienza quotidiana che non sono meno evidenti”. Per
conto suo, nella sua propria famiglia, e per quanto ha potuto vedere al Sud nella
sua esperienza, “chi comanda davvero… è la Madre della Madre: la millenaria,
zodiacale, rupestre Nonna Mediterranea” – anche se “questo Nonnarcato” non s’illustra
come il matriarcato di simboli e culti venerabili, statue, santuari.
Sante-papesse – Ci sono più
casi, nella tradizione, più o meno veritiera, di donne che si sono volute uomo,
per entrare in convento o per fare carriera ecclesiastica. Di questa seconda
specie, in realtà, non ci sono casi storici, certificati. Quello famoso della papessa
Giovanna (una inglese nata nata in Germania, a Magonza), che sarebbe succeduta
a Leone IV nell’855, e avrebbe regnato per due anni, cinque mesi e quattro
giorni che avrebbe passato a Roma fornicando, poiché dopo quel tempo, nel corso
di una processione, dal Colosseo a San Clemente, avrebbe partorito, non è vero.
Lo spiega il medievista Tommaso di Carpegna Falconieri in una ricerca di
prossima pubblicazione di cui dà conto Paolo Mieli sul “Corriere della sera”. Ci
sarebbe stata una papessa, ma a Oriente, una patriarca nella chiesa di Costantinopoli - se ne
saprebbe da una lettera (non spedita) di papa Leone IX al patriarca di Costantinopoli
Michele Cerulario.
Ci sono invece, documentate, “un’infinità di donne di cui si racconta che
condussero una vita di santità vestendo abiti maschili e mantenendo celata la
loro condizione femminile”.
Ci sono state dunque molte donne che hanno voluto
essere uomini. Non ci sono stati invece uomini che hanno provato a farsi monache,
nemmeno per insidiarne, come era l’uso, le virtù – nemmeno per scherzo, per
così dire.
Storie di famiglia – “Le
storie d famiglia non sono né vere né finte”, Emanuele Trevi, “Mia nonna e il
Conte”, p. 30: “Il loro grado di attendibilità non si misura sulle testimonianze
e su documenti, perché consistono di fili narrativi così ingarbugliati che n
Nessun commento:
Posta un commento