Ombre - 797
Torna il nero nei gruppi
pro-Palestina nelle università e anche nei licei, di barbe e chiome, disordinate,
sporchicce, come nella remora “contestazione”. Barbe e chiome che però sono
state adottate successivamente dagli islamisti e ne sono tuttora la divisa –
una sorta di maschera. C’è una parentela? La rivoluzione è insoddisfazione,
verso se stessi?
Alla Giornata del Risparmio una
ricerca Ipsos documenta un “deciso cambio di direzione”: accanto alla nota
propensione alla liquidità (che si imputa all’ignoranza in materia finanziaria
ma è – è evidente – la troppa insicurezza degli investimenti finanziari) risultano
pochi investimenti, se non nella forma di “ritorno al mattone”. Che in un anno
passa dal 26 al 34 per cento degli impieghi, quasi alla pari con gli “strumenti
finanziari sicuri”, i fondi e i Bot (36 per cento). Il governo identitario
nazionale ha fatto di tutto per spaventare il “popolo”.
Le familiarità, unicamente verbali,
che Trump si è preso con Melon sono nulla al confronto di quelle esibite nella
due giorni a Tokyo con la premier Sanae Takaichi. Specialmente eccessive a fronte
del “distanziamento” nipponico, l’etichetta del saluto senza contatto fisico. E
nessuno se n’è scandalizzato in Giappone. Che evidentemente riesce a vivere
senza “antifa” – senza perdere tempo.
Gli arbitri turchi del calcio
che scommettono “normalmente” sulle partite si rappresentano scherzosamente,
come un’esagerazione, una “cosa turca”. Mentre invece aprono uno spiraglio, per
capire come ma anti “errori” in una partita. Soprattutto ora, con la copertura
del, o della, Var. Prova inoppugnabile il fotogramma tv. Che un qualsiasi operatore
può aggiustare a piacimento.
Si difende Ranucci per ovvie
ragioni. Ma che squallore mandare in onda la telefonata della moglie di
Sangiuliano, che l’ex ministro faceva sentire all’amante. Terribile. Una
telefonata registrata illegalmente – illegalmente trascritta. Presentandola il
dileggio come forma di resistenza, di sinistra.
Senza pensare che c’è tra le forze
dell’ordine addette alla registrazioni chi se le vende. E c’è la Rai che le
compra.
Israele controlla e arma quattro gruppi, non concorrenti tra
di loro e anzi coordinati, di terroristi anti-Hamas. Finanziare e organizzare
gruppi terroristici contro il terrorismo è strategia sbagliata, oltre che immorale.
Roba da spie: Hamas fu organizzato, contro l’Olp di Arafat, da Israele, nel
1979, quando era primo ministro Begin, finanziando il Centro Islamico dello
sceicco Yassin, dal quale nel1987 emergerà Hamas.
Curioso, “Il Sole 24 Ore”, il giornale della
Confindustria, è il solo che si fa un dovere d’informare sulla Cisgiordania, sulle
tante forme di sopruso di Israele, sulle varie forme pacifiche di resistenza
dei palestinesi. Mantiene un inviato tra Gerusalemme e Cisgiordania, Roberto
Bongiorni, e questo è ancora più curioso: Bongiorni può svolgere il suo lavoro indisturbato,
mentre altri personaggi meno insidiosi, sanitari, funzionari Onu, pacifisti,
vengono respinti oppure espulsi. Israele vive in un’ambivalenza giuridica, tra
rispetto e rifiuto del diritto.
La tasse aumentano con la legge di bilancio e non diminuiscono.
Si sapeva, “Il Sole 24 Ore” fa il conto di quanto. Nei tre anni coperti dalla legge
l’Irpef sarà attenuata complessivamente di poco meno di 10 miliardi, rispetto
al gettito prevedibile senza correzioni. Ma l’Ires si aggraverà per le imprese,
di 6 miliardi, e altrui 4 miliardi e mezzo saranno pagati dai consumatori per
gli aggravi Iva, accise e fumo. La coperta è sempre corta, e questo si sapeva.
Ma “vendere” una politica di rigore fiscale come una di detassazione? Un governo
social, tutto si può dire?
Il Parlamento israeliano ha votato – due volte – per
l’annessione della Cisgiordania e non ne sapevamo niente. Non fosse stato per
il trucibaldo Vance, il vice di Trump, che si è detto “insultato dal voto della
Knesset” – hanno votato mentre lui si aggirava in “missione di pace”. Tanti
inviati a Tel Aviv, Gerusalemme, Gaza (Gaza no, Netanyahu non permette, sta
facendo pulizia) e non ne sapevamo nulla. Anche ora, dopo che Vance ha parlato.
Forse non sanno l’ebraico?
Richiesto di un progetto andato male, l’enologo di Vespa,
D’Alema, Cucinelli, Sting, Riccardo Citarella risponde secco: “La vigna in
Vaticano, partita con Ratzinger. Dopo due anni Bergoglio ha distrutto tutto con
le ruspe”. Il papa francescano menava.
Parte alle 18 la stagione concertistica di Santa Cecilia a
Roma, con una esecuzione scenica della “Valchiria”, sold out da mesi, nella
sala grande, da 2.800 posti, mentre nello stesso Parco della Musica si proiettano
film e si svolgono cerimoniali della Festa del Cinema, e di fronte, oltretevere,
c’è la partita della Roma. Tre grandi
eventi tutti insieme nello stesso logo, lo stesso giorno alla stessa ora. Tutti
finiti alle 23. Dopodiché si fa l’alba, senza cornetti caldi. Niente programmazione,
niente vigili, e traffico bloccato a ogni incrocio (ogni 20-30 metri) dai
semafori lasciati alla programmazione diurna. Roma è sempre un paese(one), non diventerà
mai una metropoli – basta vedere la miseria della metro.
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