Cerca nel blog

mercoledì 29 ottobre 2025

Ombre - 797

Torna il nero nei gruppi pro-Palestina nelle università e anche nei licei, di barbe e chiome, disordinate, sporchicce, come nella remora “contestazione”. Barbe e chiome che però sono state adottate successivamente dagli islamisti e ne sono tuttora la divisa – una sorta di maschera. C’è una parentela? La rivoluzione è insoddisfazione, verso se stessi?


Alla Giornata del Risparmio una ricerca Ipsos documenta un “deciso cambio di direzione”: accanto alla nota propensione alla liquidità (che si imputa all’ignoranza in materia finanziaria ma è – è evidente – la troppa insicurezza degli investimenti finanziari) risultano pochi investimenti, se non nella forma di “ritorno al mattone”. Che in un anno passa dal 26 al 34 per cento degli impieghi, quasi alla pari con gli “strumenti finanziari sicuri”, i fondi e i Bot (36 per cento). Il governo identitario nazionale ha fatto di tutto per spaventare il “popolo”.

Le familiarità, unicamente verbali, che Trump si è preso con Melon sono nulla al confronto di quelle esibite nella due giorni a Tokyo con la premier Sanae Takaichi. Specialmente eccessive a fronte del “distanziamento” nipponico, l’etichetta del saluto senza contatto fisico. E nessuno se n’è scandalizzato in Giappone. Che evidentemente riesce a vivere senza “antifa” – senza perdere tempo.

Gli arbitri turchi del calcio che scommettono “normalmente” sulle partite si rappresentano scherzosamente, come un’esagerazione, una “cosa turca”. Mentre invece aprono uno spiraglio, per capire come ma anti “errori” in una partita. Soprattutto ora, con la copertura del, o della, Var. Prova inoppugnabile il fotogramma tv. Che un qualsiasi operatore può aggiustare a piacimento.

Si difende Ranucci per ovvie ragioni. Ma che squallore mandare in onda la telefonata della moglie di Sangiuliano, che l’ex ministro faceva sentire all’amante. Terribile. Una telefonata registrata illegalmente – illegalmente trascritta. Presentandola il dileggio come forma di resistenza, di sinistra.
Senza pensare che c’è tra le forze dell’ordine addette alla registrazioni chi se le vende. E c’è la Rai che le compra.

Israele controlla e arma quattro gruppi, non concorrenti tra di loro e anzi coordinati, di terroristi anti-Hamas. Finanziare e organizzare gruppi terroristici contro il terrorismo è strategia sbagliata, oltre che immorale. Roba da spie: Hamas fu organizzato, contro l’Olp di Arafat, da Israele, nel 1979, quando era primo ministro Begin, finanziando il Centro Islamico dello sceicco Yassin, dal quale nel1987 emergerà Hamas.

Curioso, “Il Sole 24 Ore”, il giornale della Confindustria, è il solo che si fa un dovere d’informare sulla Cisgiordania, sulle tante forme di sopruso di Israele, sulle varie forme pacifiche di resistenza dei palestinesi. Mantiene un inviato tra Gerusalemme e Cisgiordania, Roberto Bongiorni, e questo è ancora più curioso: Bongiorni può svolgere il suo lavoro indisturbato, mentre altri personaggi meno insidiosi, sanitari, funzionari Onu, pacifisti, vengono respinti oppure espulsi. Israele vive in un’ambivalenza giuridica, tra rispetto e rifiuto del diritto.

La tasse aumentano con la legge di bilancio e non diminuiscono. Si sapeva, “Il Sole 24 Ore” fa il conto di quanto. Nei tre anni coperti dalla legge l’Irpef sarà attenuata complessivamente di poco meno di 10 miliardi, rispetto al gettito prevedibile senza correzioni. Ma l’Ires si aggraverà per le imprese, di 6 miliardi, e altrui 4 miliardi e mezzo saranno pagati dai consumatori per gli aggravi Iva, accise e fumo. La coperta è sempre corta, e questo si sapeva. Ma “vendere” una politica di rigore fiscale come una di detassazione? Un governo social, tutto si può dire?

Il Parlamento israeliano ha votato – due volte – per l’annessione della Cisgiordania e non ne sapevamo niente. Non fosse stato per il trucibaldo Vance, il vice di Trump, che si è detto “insultato dal voto della Knesset” – hanno votato mentre lui si aggirava in “missione di pace”. Tanti inviati a Tel Aviv, Gerusalemme, Gaza (Gaza no, Netanyahu non permette, sta facendo pulizia) e non ne sapevamo nulla. Anche ora, dopo che Vance ha parlato. Forse non sanno l’ebraico? 

Richiesto di un progetto andato male, l’enologo di Vespa, D’Alema, Cucinelli, Sting, Riccardo Citarella risponde secco: “La vigna in Vaticano, partita con Ratzinger. Dopo due anni Bergoglio ha distrutto tutto con le ruspe”. Il papa francescano menava.

Parte alle 18 la stagione concertistica di Santa Cecilia a Roma, con una esecuzione scenica della “Valchiria”, sold out da mesi, nella sala grande, da 2.800 posti, mentre nello stesso Parco della Musica si proiettano film e si svolgono cerimoniali della Festa del Cinema, e di fronte, oltretevere, c’è la partita della Roma. Tre grandi eventi tutti insieme nello stesso logo, lo stesso giorno alla stessa ora. Tutti finiti alle 23. Dopodiché si fa l’alba, senza cornetti caldi. Niente programmazione, niente vigili, e traffico bloccato a ogni incrocio (ogni 20-30 metri) dai semafori lasciati alla programmazione diurna. Roma è sempre un paese(one), non diventerà mai una metropoli – basta vedere la miseria della metro.  

Nessun commento: