Quando c’era Andreotti si chiamava la “politica
dei due forni”: governare un po’ con la sinistra e un po’ con la destra,
contemporaneamente. Andreotti non c’è più ma il suo partito, il partito Popolare,
lo fa ora a Bruxelles. Ma non è un’emigrazione del trasformismo, un suo travaso da
Roma oltralpe, è un primo passo dell’Europa che si governa non più sull’unanimismo,
su compromessi, su rinvii. Di un’Europa che comincia a governare.
Il voto “disgiunto” a Bruxelles, tra il
sostegno politico alla Commissione, e la maggioranza di diverso colore che la
Commissione trova in Parlamento sulla revisione della transizione energetica e
sui flussi migratori sono manifestazioni – non infette da accordi sottobanco –
di capacità di governo. Europea.
Una pietra miliare nella costruzione
dell’Europa. Passano gli orientamenti moderati su energia e immigrazione anche perché
hanno dubbi pure i governi di sinistra che hanno votato e fanno la maggioranza del
governo “Ursula 2”. Ma un primo passo verso l’integrazione politica è stato fatto
secondo le raccomandazioni del Rapporto Draghi: cominciare a votare su temi “centrali”,
anche se non rivoluzionari (il mercato dei capitali, o unione fiscale).
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