Il riarmo divide i socialisti tedeschi
Il congresso appena concluso della
Spd, il partito socialdemocratico, ha vista una maggioranza perplessa, e l’organizzazione
giovanile radicalmente opposta, sul ritorno della leva obbligatoria, e anche sul
riarmo, al 3,5 per cento del pil per la difesa a breve e poi al 5 per cento. La
maggioranza che la Spd assicura al cancelliere cristiano-democratico Merz non è
in pericolo, ma a breve potrebbe esserlo.
Il leader socialdemocratico che ha
negoziato e assicura la Grande Coalizione e il riarmo, Lars Klingbeil, un
classe 1978 che gestisce il partito da otto anni, prima da segretario poi da
presidente, vice-cancelliere e super-ministro delle Finanze (dell’Economia), è
uscito dal congresso criticato e ridimensionato. Confermato alla presidenza con
appena il 64, 5 per cento del voto assembleare – di un’assemblea peraltro svogliata
e anche poco affollata: in calo di 20 punti sull’85,6 per cento che aveva avuto
due anni fa. Mentre una co-presidente è stata eletta, Bärtel Bas, ministra del
Lavoro, col 95 per cento.
È anche vero che il “giovane rampante”
Klingbeil ha portato al voto a febbraio la Spd al risultato peggiore della sua
storia - dopo quello del 1878 (ma erano gli anni delle “leggi antisocialiste”
di Bismarck) - col 16,4 per cento del voto popolare. E oggi i sondaggi la danno
al 15.
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