giovedì 24 luglio 2025

All'ombra di Scalfari

Sala dopo Marino, e ora anche l’ex sindaco marchigiano, il Pd è vittima del suo giustizialismo – del “complesso carrieristico-giudiziario” che pensava di dirigere o di dominare. Era inevitabile, e col tempo sta succedendo.

Il “complesso carrieristico.giudiziario” è sterile in termini politici. Nessuno crede ai giudici. Il più perseguitato, Berlusconi, con decine di incriminazioni e migliaia di perquisizioni, ha sempre vinto le elezioni, quando i vecchi Dc o Bossi non gliele hanno fatto perdere. Ha un peso reputazionale. Ma limitato alla “società civile”. Che è un’invenzione di Scalfari, per tenersi buoni i vecchi benpensanti – i vecchi di “Via Veneto” – mentre li portava a votare De Mita.

Scalfari è anzi ben l’autore della deriva “giustizialista – la giustizia politica. Da cinico non credente. Sprezzatore di tutto ciò che era Pci. Mentre i giudici non li considerava, aveva l’avvocato per parlare con loro – solo gli premeva disinnescare le centinaia di querele per diffamazione, come “responsabile”, e ci è riuscito, ai giudici basta un buffetto.

Non una grande tradizione politica, questa del Pci berlingueriano, di cui il Pd si ammanta. Anzi, non è niente – qual era il programma di Berlinguer? Ma è bene superbia e odio – di mediocrità sconcertante. Indotta da Scalfari, già esegeta implacabile dei trucchi della “questione morale”.  

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