Ombre - 791
H.14,31, traffico
improvvisamente impazzito oggi a Roma: taxi che tagliano la strada, da destra e
da sinistra, precedenze non rispettate, verdi anticipati. L’As Roma ha perso in
casa, contro il Torino, 0-1. Immeritatamente, pare, ma non conta.
Possibile che una città, grande, cosmopolita. comunque multiregionale, non
abbia altro totem che il calcio, che l’As Roma?
Anna Foa, storica,
anche dell’ebraismo, a ottant’anni deve rilevare che “la Corte Suprema di
Israele ha denunciato la pratica di affamare i prigionieri palestinesi nelle
carceri”, e che “ora l’opposizione al governo Netanyahu parla di genocidio”. Solo
“manca un’organizzazione sistematica dello sterminio, presente invece nella
Shoah, nel massacro degli armeni e forse nell’Holodomor ucraino. Ma ci sono
segnali evidenti in direzione genocidaria”.
Più che “segnali” fatti:
la “delocalizzazione” – deportazione – dei palestinesi residui, con le bombe a
Gaza e i muri in Cisgiordania. Le bombe fanno male come il frustino dei kapò.
Si fa molta filologia
da tre giorni sull’assassino di Kirk, l’attivista di destra negli Usa. Si fa in
Italia. Su chi è veramente. E su come è stato individuato – forse il padre,
forse lo zio, forse le videoregistrazioni. Dettagliate, tortuose disamine delle
varie versioni dei media americani. Come se fossero la voce della verità.
Mentre non lo sono. Di programma. Come se l’America non fosse un altro mondo,
la parte pubblica dell’America, media, giustizia, politica. Nel terzo millennio
dobbiamo ancora scoprire l’America.
Alla mostra “Lex” a
Roma, all’Ara Pacis, “Giustizia e diritto dall’Etruria a Roma”, alcuni reperti esposti
risultano falsi. Esposti, sostiene la Procura, fraudolentemente, dal curatore e
dal collezionista che ha fornito i reperti, per una sorta di autenticazione indiretta
– per poterli poi vendere come autentici. Magari non è così – sono le vendette
politiche che sole normalmente scuotono la Procura di Roma. Ma i falsi ci sono,
alla mostra sulla legalità. Si vede che a Roma nasceva male, la madre del
diritto.
L’ex presidente del
Brasile Bolsonaro è condannato a 27 anni, per tentato colpo di Stato contro il
presidente eletto Lula. Dalla prima sezione della Corte Suprema (Tsf, Tribunale
supremo federale), così composta: Alexandre de Moraes (presidente), giurista e
politico, “lulista” dichiarato, nemico dichiarato di Bolsonaro; Flávio Dino, già
comunista, già ministro della Giustizia di Lula, 2018; Cármen Lúcia, avvocato,
nominata al Tsf da Lula nel 2006; l’ex avvocato di Lula Cristiano Zanin; il
giurista Luiz Fux, già presidente del Tsf, 2020-2022, gli anni della presidenza
Bolsonaro.
Il Brasile è la
terza democrazia più grande del mondo, e non per ridere. dopo India e Usa.
Si condanna in
Brasile l’ex presidente Bolsonaro per colpo di Stato non senza un sospetto di teatro.
Il presidente Moraes si è esibito in un’arringa di cinque ore. La giudice Lùcia
ha votato la condanna con una memoria di 398 pagine. Il giudice Fux si è
prodotto in un’arringa difensiva di dodici ore.
Si vuole il Brasile
un paese spensierato, tutto ballerine, samba e lustrini. Mentre non lo è. Anche
il suo teatro può esser e triste.
“The Atlantic”,
periodico anti-Trump, commenta l’assassinio politico di Kirk, il terzo dopo la
mezza strage dei Democratici del Minnesota (la deputata Melissa Hortman uccisa
col marito, il senatore John Hoffman ferito gravemente con la moglie), e di
quello fallito per millimetri dello steso Trump, addossandone la colpa a Trump.
Al suo linguaggio, alle sue politiche. L’America si ritiene migliore in tutto,
specie nella stampa.
Anche lo scrittore
Jonathan Safran Foer dice che la colpa è di Trump.
Sono capricciose
le tre giudici del “Tribunale dei ministri” del caso Almasri, che hanno
lasciato fuori la capo gabinetto della Giustizia, Bartolozzi, per “affidarla” alla
giustizia ordinaria. Lo spiega Stefano Ceccanti, professore di Diritto Pubblico,
socialista, ex deputato Pd. Affermano che sono almeno quattro le volte in cui
Bartolozzi avrebbe mentito, ma non la rinviano a giudizio. “Cercando di separarla
dagli altri (i ministri, n.d.r.), dopo aver affermato la sua centralità, danno
l’impressione di voler cerare un processo anomalo contro il governo, nella
convinzione che per gli altri l’autorizzazione verrà negata”, l’autorizzazione parlamentare.
La giustizia dei
furbi – delle furbe.
C’è ancora chi
ricorda (con raccapriccio) D’Alema al finto vertice cinese degli anti-occidentali.
Cazzullo lo difende sul “Corriere della sera”. Ma è tutto vero: “il fico” di
Condoleeza Rice, e dei bombardamenti volenterosi dell’Italia sulla Serbia (l’Italia
repubblicana ha fatto una guerra con lui, non dichiarata ma armata) e della
sinistra mondiale, con Blair e Clinton, invitato a Pechino, allo show
anti-Occidente, e lasciato solo. Ma è vero.
Giannelli, ex del
Monte, sa naturalmente di che si tratta, e la conquista di Mediobanca inscena sul
“Corriere della sera” con Meloni, borsetta e tracola e doppietta sottobraccio,
a caccia nella “Riserva di Cuccia”, al seguito del fido Lovaglio. Ma ha fatto
un errore: Meloni non è cacciatrice, è piuttosto la vera preda, e lo vedrà al
voto – non sa nemmeno, non mostra di saperlo,
che cosa le hanno fatto, sotto il naso.
Meloni deve
spendersi per un paio di giorni su giornali, telegiornali e social per
giustificare una gita a New York con la figlia. Perché c’è l’obbligo di rispondere
a un senatore Borghi amico di Renzi? Che dice scemenze, e sta in Parlamento da
abusivo, senza avere voti? Si capisce che questo Borghi con Renzi si sbraccino
contro Meloni. Ma un minimo d’intelligenza? Ci impongono Renzi contro Meloni….
“Il Risorgimento,
fuori della retorica che l’ha reso insopportabile alle nuove generazioni, è
stato un’epopea collettiva da rivalutare”, Alessandro Campi, presidente
dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Di più è stato una rivoluzione,
l’unica diffusa e conclusa secondo i presupposti dacché si parla di rivoluzioni,
due secoli e mezzo ormai. Come tale fu percepita in tutta Europa, a Londra, a Parigi, in Ungheria, in Polonia e
il vasto mondo slavo, nella stessa Vienna imperiale.
L’Italia campione
di “dumping fiscale”. Lo dice l’ex primo ministro francese, e quindi un
nemico, e quindi non fa testo. Ma è vero: 3.600 ricchissimi (per ora) possono
non pagare tasse sul reddito che accumulano. Sembra un sogno ma è la realtà.
Il premio glielo
ha regalato un capo di governo di sinistra, Renzi, nella qualità di presidente del
consiglio e di segretario del partito Democratico. Lo stesso che ogni giorno dà
lezioni di moralità.
In Italia chiese
deserte, soprattutto di sacerdoti – ogni parrocchia ne accoppia due e anche
tre, ed è gestita sempre più da sacerdoti immigrati – una sorta di missionarismo
di ritorno, rovesciato.
Nel mondo anglosassone,
il più antagonista alla chiesa cattolica, invece si riempiono – lo rilevano
straniti sia a New York che a Londra, “New York Times” e “Financial Times”. Di giovani,
18-34 anni. In Gran Bretagna stanno per eguagliare il numero degli anglicani,
31 per cento della popolazione i cattolici professi, 34 per cento gli
anglicani.
Abbiamo Trump
ovunque, ora anche sui gadget del calcio, sciarpe, distintivi, caps:
quelli del Chelsea se ne adornano perché gli ha consegnato la coppa del Mondiale
american per club. Non sarebbe l’ora d farsene una ragione – l’America se la
fa?
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