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domenica 14 settembre 2025

Ombre - 791

H.14,31, traffico improvvisamente impazzito oggi a Roma: taxi che tagliano la strada, da destra e da sinistra, precedenze non rispettate, verdi anticipati. L’As Roma ha perso in casa, contro il Torino, 0-1. Immeritatamente, pare, ma non conta. Possibile che una città, grande, cosmopolita. comunque multiregionale, non abbia altro totem che il calcio, che l’As Roma?
 
Anna Foa, storica, anche dell’ebraismo, a ottant’anni deve rilevare che “la Corte Suprema di Israele ha denunciato la pratica di affamare i prigionieri palestinesi nelle carceri”, e che “ora l’opposizione al governo Netanyahu parla di genocidio”. Solo “manca un’organizzazione sistematica dello sterminio, presente invece nella Shoah, nel massacro degli armeni e forse nell’Holodomor ucraino. Ma ci sono segnali evidenti in direzione genocidaria”.
Più che “segnali” fatti: la “delocalizzazione” – deportazione – dei palestinesi residui, con le bombe a Gaza e i muri in Cisgiordania. Le bombe fanno male come il frustino dei kapò.  
 
Si fa molta filologia da tre giorni sull’assassino di Kirk, l’attivista di destra negli Usa. Si fa in Italia. Su chi è veramente. E su come è stato individuato – forse il padre, forse lo zio, forse le videoregistrazioni. Dettagliate, tortuose disamine delle varie versioni dei media americani. Come se fossero la voce della verità. Mentre non lo sono. Di programma. Come se l’America non fosse un altro mondo, la parte pubblica dell’America, media, giustizia, politica. Nel terzo millennio dobbiamo ancora scoprire l’America.
 
Alla mostra “Lex” a Roma, all’Ara Pacis, “Giustizia e diritto dall’Etruria a Roma”, alcuni reperti esposti risultano falsi. Esposti, sostiene la Procura, fraudolentemente, dal curatore e dal collezionista che ha fornito i reperti, per una sorta di autenticazione indiretta – per poterli poi vendere come autentici. Magari non è così – sono le vendette politiche che sole normalmente scuotono la Procura di Roma. Ma i falsi ci sono, alla mostra sulla legalità. Si vede che a Roma nasceva male, la madre del diritto.
 
L’ex presidente del Brasile Bolsonaro è condannato a 27 anni, per tentato colpo di Stato contro il presidente eletto Lula. Dalla prima sezione della Corte Suprema (Tsf, Tribunale supremo federale), così composta: Alexandre de Moraes (presidente), giurista e politico, “lulista” dichiarato, nemico dichiarato di Bolsonaro; Flávio Dino, già comunista, già ministro della Giustizia di Lula, 2018; Cármen Lúcia, avvocato, nominata al Tsf da Lula nel 2006; l’ex avvocato di Lula Cristiano Zanin; il giurista Luiz Fux, già presidente del Tsf, 2020-2022, gli anni della presidenza Bolsonaro.
Il Brasile è la terza democrazia più grande del mondo, e non per ridere. dopo India e Usa.
 
Si condanna in Brasile l’ex presidente Bolsonaro per colpo di Stato non senza un sospetto di teatro. Il presidente Moraes si è esibito in un’arringa di cinque ore. La giudice Lùcia ha votato la condanna con una memoria di 398 pagine. Il giudice Fux si è prodotto in un’arringa difensiva di dodici ore.
Si vuole il Brasile un paese spensierato, tutto ballerine, samba e lustrini. Mentre non lo è. Anche il suo teatro può esser e triste.
 
“The Atlantic”, periodico anti-Trump, commenta l’assassinio politico di Kirk, il terzo dopo la mezza strage dei Democratici del Minnesota (la deputata Melissa Hortman uccisa col marito, il senatore John Hoffman ferito gravemente con la moglie), e di quello fallito per millimetri dello steso Trump, addossandone la colpa a Trump. Al suo linguaggio, alle sue politiche. L’America si ritiene migliore in tutto, specie nella stampa.
Anche lo scrittore Jonathan Safran Foer dice che la colpa è di Trump.
 
Sono capricciose le tre giudici del “Tribunale dei ministri” del caso Almasri, che hanno lasciato fuori la capo gabinetto della Giustizia, Bartolozzi, per “affidarla” alla giustizia ordinaria. Lo spiega Stefano Ceccanti, professore di Diritto Pubblico, socialista, ex deputato Pd. Affermano che sono almeno quattro le volte in cui Bartolozzi avrebbe mentito, ma non la rinviano a giudizio. “Cercando di separarla dagli altri (i ministri, n.d.r.), dopo aver affermato la sua centralità, danno l’impressione di voler cerare un processo anomalo contro il governo, nella convinzione che per gli altri l’autorizzazione verrà negata”, l’autorizzazione parlamentare.
La giustizia dei furbi – delle furbe.
 
C’è ancora chi ricorda (con raccapriccio) D’Alema al finto vertice cinese degli anti-occidentali. Cazzullo lo difende sul “Corriere della sera”. Ma è tutto vero: “il fico” di Condoleeza Rice, e dei bombardamenti volenterosi dell’Italia sulla Serbia (l’Italia repubblicana ha fatto una guerra con lui, non dichiarata ma armata) e della sinistra mondiale, con Blair e Clinton, invitato a Pechino, allo show anti-Occidente, e lasciato solo. Ma è vero.
 
Giannelli, ex del Monte, sa naturalmente di che si tratta, e la conquista di Mediobanca inscena sul “Corriere della sera” con Meloni, borsetta e tracola e doppietta sottobraccio, a caccia nella “Riserva di Cuccia”, al seguito del fido Lovaglio. Ma ha fatto un errore: Meloni non è cacciatrice, è piuttosto la vera preda, e lo vedrà al voto – non sa nemmeno, non mostra di saperlo,  che cosa le hanno fatto, sotto il naso.
 
Meloni deve spendersi per un paio di giorni su giornali, telegiornali e social per giustificare una gita a New York con la figlia. Perché c’è l’obbligo di rispondere a un senatore Borghi amico di Renzi? Che dice scemenze, e sta in Parlamento da abusivo, senza avere voti? Si capisce che questo Borghi con Renzi si sbraccino contro Meloni. Ma un minimo d’intelligenza? Ci impongono Renzi contro Meloni….
 
“Il Risorgimento, fuori della retorica che l’ha reso insopportabile alle nuove generazioni, è stato un’epopea collettiva da rivalutare”, Alessandro Campi, presidente dell’Istituto per la Storia del Risorgimento. Di più è stato una rivoluzione, l’unica diffusa e conclusa secondo i presupposti dacché si parla di rivoluzioni, due secoli e mezzo ormai. Come tale fu percepita in tutta Europa, a  Londra, a Parigi, in Ungheria, in Polonia e il vasto mondo slavo, nella stessa Vienna imperiale.
 
L’Italia campione di “dumping fiscale”. Lo dice l’ex primo ministro francese, e quindi un nemico, e quindi non fa testo. Ma è vero: 3.600 ricchissimi (per ora) possono non pagare tasse sul reddito che accumulano. Sembra un sogno ma è la realtà.
Il premio glielo ha regalato un capo di governo di sinistra, Renzi, nella qualità di presidente del consiglio e di segretario del partito Democratico. Lo stesso che ogni giorno dà lezioni di moralità.
 
In Italia chiese deserte, soprattutto di sacerdoti – ogni parrocchia ne accoppia due e anche tre, ed è gestita sempre più da sacerdoti immigrati – una sorta di missionarismo di ritorno, rovesciato.
Nel mondo anglosassone, il più antagonista alla chiesa cattolica, invece si riempiono – lo rilevano straniti sia a New York che a Londra, “New York Times” e “Financial Times”. Di giovani, 18-34 anni. In Gran Bretagna stanno per eguagliare il numero degli anglicani, 31 per cento della popolazione i cattolici professi, 34 per cento gli anglicani.
 
Abbiamo Trump ovunque, ora anche sui gadget del calcio, sciarpe, distintivi, caps: quelli del Chelsea se ne adornano perché gli ha consegnato la coppa del Mondiale american per club. Non sarebbe l’ora d farsene una ragione – l’America se la fa?

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