martedì 25 novembre 2025

Letture - 597

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Berlusconi – “Mamma era sempre dalla parte degli ultimi”, ricorda l’attrice Laura Morante sul “Corriere della sera”: “Diceva che Berlusconi le faceva pena perché voleva tanto piacere”.
 
Danubio – È forse il fiume più celebrato in letteratura – più del Reno? “Il Danubio è il fiume di Vienna, di Bratislava, di Budapest, di Belgrado, il nastro che attraversa e cinge, come l'Oceano cingeva il mondo greco, l'Austria asburgica, della quale il mito e l'ideologia hanno fatto il simbolo di una koinè plurima e sovranazionale... Il Danubio è la Mitteleuropa”: questo è il Danubio di Magris. Quello celebre di Hölderlin, “Alla sorgente del Danubio”, è il fiume degli dei e del mito. Per Céline a Sigmaringen, in fuga dalla Francia alla fine della guerra, è il mostro assente, che assiste imperturbabile, muto, alla distruzione, alla sparizione dell’Europa.
Molto presente in molte letterature – attraversa dieci Paesi, con otto o nove lingue diverse. In ambito tedescofono è celebrato anche in musica, in forma di walzer – ce ne sono altri, oltre il celebre “Danubio blu” di Johann Strauss. varie forme nella letteratura tedesca, e anche nella musica. Jean Paul, nel racconto più noto, “Vita di Maria Wuz”, lo fa il “fiume del tempo” – Adalbert Stifter, “La tarda estate”, inverte i termini facendolo metronomo, quello che dà il “tempo del fiume”.

Frase breve - Se ne fa molto l’elogio, da parte di Eugenio Baroncelli, scrittore “appartato”, sulle orme di Renard, Borges, etc.. Salvo poi concludere con Proust, il re degli incisi e le subordinate: “La ‘Recherche’ è un libro così amato che non riesco a ricordare chi ero prima di averlo letto”.
Non è il solo, lo scrittore odierno si vuole in-intellettuale, inconseguente – la pointe innanzitutto.
 
Italia – Muti mette Mozart in cima ai musicisti preferiti – intervistato da Cazzullo sul “Corriere della sera”. Ma aggiunge: “Ma io adpro anche Scarlatti”. Per concludere: “I musicisti italiani hanno dominato l’Europa: Cherubini a Parigi, S ontini a Berlino, Cimarosa e Paisiello a San Pietroburgo, Mercadante a Madrid. I musicisti italiani furono i primi a dare un’idea di Europa unita nel nome della musica”.
 
Una lunga lista di letterati eminenti degli anni 1950-1960 può rimemorare Goffredo Fofi in “Arcipelago S ud”, la raccolta di ritratti che si pubblica postuma, a proposito di Sciascia: “I Fortini i Pasolini i Calvino le Morante le Ortese i Cassola i Bianciardi i Moravia i Sereni gli Zanzotto i Montale i Bilenchi i Pratolini i La Capria i Luzi i Mastronardi i Caproni i Bertolucci gli Antonioni i Rosi eccetera”. E trascura i Saba i Fellini i Quasimodo i Fo, i Flaiano, gli Arbasino i Gadda i Parise i Bassani i Debenedetti….
 
Roberto Longhi e Anna Banti - “Non sacrificano un soldo spirituale per nessuno”, Leonetta Cechi Pieraccini, che ne era abituale anfitrione le domeniche pomeriggio, annotava  nel diario, or pubblicato come “Corso d’Italia 11 - Agendine 1930-1945”.
 
Elsa Morante – Paolo Di Stefano ne esalta su “La Lettura la “gravità” (Garboli), la camaraderie (N. Ginzburg), la socievolezza (la lista è lunga). In par allelo, sul “Corriere della sera” la nipote Laura la ricorda con Valerio Cappelli “difficile, da bambina mi spaventava”: “Esprimeva il proprio disprezzo in modo categorico, apodittico, sulle persone. Non capì minimamente mia madre. Si era messa in testa che fosse una piccola borghese, perché era totalmente priva di ambizione, mamma era sempre dalla parte degli ultimi…. “.
 
Mitteleuropa – Per l’Intelligenza Artificiale “il concetto di ‘Mitteleuropa’ è strettamente legato all’Impero Austro-Ungarico, un’area multiculturale dove le culture tedesca ed ebraica hanno interagito profondamente”.  
 
16 ottobre 1943 -Leonetta Cecchi Pieraccini dice sconvolti, lei e i familiari, nelle “Agendine” quotidiane che ora si pubblicano, a proposito del rastrellamento del ghetto di Roma il 16 ottobre 1943, un sabato, festa di Sukkott, 8° “delle capanne” o “dei tabernacoli”, un “pellegrinaggio” di sette giorni) “dalla bestiale curiosità del nostro popolino che si affollava a guardare”.
I Cecchi abitavano lontano, ma è anche vero che il rastrellamento ha preso qualche tempo, non è stata l’affare di un momento, né riguardava solo le poche case dietro la sinagoga.
 
Passato
– “Il passato non è scritto sia perché ovviamente non lo conosciamo tutto, sia perché cambiano costantemente le chiavi con cui lo leggiamo e gli elementi che abbiamo a disposizione per scandagliarlo…. Il passato è il modo di interpretare il presente: l’unico che abbiamo” -Maurizio de Giovanni su “Effe” #3 2025.

 
Scarlatti – Non una virgola per i trecento anni della morte di Alessandro Scarlatti – giusto a Roma, per i concerti di Santa Cecilia, una serata del coro, in onore di Scarlatti e di santa Cecilia. “Oggi noi conosciamo Bach e non conosciamo Scarlatti”, può dire Muti a Cazzullo sul “Corriere della sera”, “che ebbe grande influenza su Bach”.
 
Simenon – Maigret fascista? Domanda e risposta sono di una vecchia intervista di Ulderico Munzi col biografo di Simenon, Pierre Assouline sul supplemento “domenicale “Cultura” del “Corriere della sera”, 20 settembre 1992.  Simenon aveva esordito con una serie di articoli, 17, una  sorta di rubrica, “Pericolo ebraico”, tenuta tra giugno e ottobre del 1921 sulla “Gazette de Liège”, firmandosi “Sim”. Aveva 18 anni, e ricopiava gli articoli che il “Times” andava traendo dai “Protocolli di Sion”, il “complotto ebraico per dominare il mondo”.
A guerra finita negherà di essere o di essere mai stato un mangiaebrei. Negli anni 1920 e 1930, a Parigi, lavorò per personaggi e giornali di estrema destra, sempre firmando Sim. Ma non era nemmeno un fascista, può argomentare il biografo: “Temeva la lotta. Era un individualista ripiegato su se stesso…. Era un vigliacco”. Una condizione a cui lo aveva ridotto la madre, Henriette.
La madre, spiega Assouline, odiava il figlio maggiore Georges. Amava, invece, il figli cadetto Christian, biondo e bello, che sarà volontario SS. Nel 1945, all’armistizio, Georges sia adoperò per mettere in salvo il fratello, rintanandolo nella Legione Straniera. Quando poi, nel 1950, Georges morirà in Indocina, nella rima guerra di decolonizzazione, la madre famosamente avrebbe detto a Georges: “Avrei preferito che fossi morto tu”. Oppure: “Sei tu che l’hai ucciso”. Ma Simenon era da tempo in  America.
 
Patti Smith
– Mistica? “Lei appartiene a quella stirpe di mistiche senza convento che attraversa la letteratura americana da Emily Dickinson – la wayward nun – a Flannery O’Connor – la hillbilly thomist” – padre Antonio Spadaro, “Il Vangelo rock secondo Patti Smith” (“La Lettura” 16 novembre).

letterautore@antiit.eu

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