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Berlusconi – “Mamma era
sempre dalla parte degli ultimi”, ricorda l’attrice Laura Morante sul “Corriere
della sera”: “Diceva che Berlusconi le faceva pena perché voleva tanto piacere”.
Danubio – È forse il
fiume più celebrato in letteratura – più del Reno? “Il Danubio è il fiume di
Vienna, di Bratislava, di Budapest, di Belgrado, il nastro che attraversa e
cinge, come l'Oceano cingeva il mondo greco, l'Austria asburgica, della quale
il mito e l'ideologia hanno fatto il simbolo di una koinè plurima
e sovranazionale... Il Danubio è la Mitteleuropa”: questo è il Danubio di
Magris. Quello celebre di Hölderlin, “Alla sorgente del Danubio”, è il fiume
degli dei e del mito. Per Céline a Sigmaringen, in fuga dalla Francia alla fine
della guerra, è il mostro assente, che assiste imperturbabile, muto, alla
distruzione, alla sparizione dell’Europa.
Molto presente in molte letterature – attraversa dieci Paesi, con otto o
nove lingue diverse. In ambito tedescofono è celebrato anche in musica, in forma
di walzer – ce ne sono altri, oltre il celebre “Danubio blu” di Johann Strauss.
varie forme nella letteratura tedesca, e anche nella musica. Jean Paul, nel racconto più
noto, “Vita di Maria Wuz”, lo fa il “fiume del tempo” –
Adalbert Stifter, “La tarda estate”, inverte i termini facendolo metronomo, quello
che dà il “tempo del fiume”.
Frase breve - Se ne fa molto l’elogio,
da parte di Eugenio Baroncelli, scrittore “appartato”, sulle orme di Renard,
Borges, etc.. Salvo poi concludere con Proust, il re degli incisi e le subordinate:
“La ‘Recherche’ è un libro così amato che non riesco a ricordare chi ero prima
di averlo letto”.
Non è il solo, lo scrittore odierno si vuole in-intellettuale, inconseguente
– la pointe innanzitutto.
Italia – Muti mette
Mozart in cima ai musicisti preferiti – intervistato da Cazzullo sul “Corriere
della sera”. Ma aggiunge: “Ma io adpro anche Scarlatti”. Per concludere: “I
musicisti italiani hanno dominato l’Europa: Cherubini a Parigi, S ontini a
Berlino, Cimarosa e Paisiello a San Pietroburgo, Mercadante a Madrid. I
musicisti italiani furono i primi a dare un’idea di Europa unita nel nome della
musica”.
Una lunga lista di letterati eminenti degli anni 1950-1960 può rimemorare
Goffredo Fofi in “Arcipelago S ud”, la raccolta di ritratti che si pubblica
postuma, a proposito di Sciascia: “I Fortini i Pasolini i Calvino le Morante le
Ortese i Cassola i Bianciardi i Moravia i Sereni gli Zanzotto i Montale i Bilenchi
i Pratolini i La Capria i Luzi i Mastronardi i Caproni i Bertolucci gli Antonioni
i Rosi eccetera”. E trascura i Saba i Fellini i Quasimodo i Fo, i Flaiano, gli
Arbasino i Gadda i Parise i Bassani i Debenedetti….
Roberto Longhi e Anna Banti - “Non sacrificano un soldo spirituale per nessuno”, Leonetta Cechi Pieraccini,
che ne era abituale anfitrione le domeniche pomeriggio, annotava nel diario, or pubblicato come “Corso d’Italia
11 - Agendine 1930-1945”.
Elsa Morante – Paolo Di
Stefano ne esalta su “La Lettura la “gravità” (Garboli), la camaraderie
(N. Ginzburg), la socievolezza (la lista è lunga). In par allelo, sul “Corriere
della sera” la nipote Laura la ricorda con Valerio Cappelli “difficile, da
bambina mi spaventava”: “Esprimeva il proprio disprezzo in modo categorico, apodittico,
sulle persone. Non capì minimamente mia madre. Si era messa in testa che fosse
una piccola borghese, perché era totalmente priva di ambizione, mamma era
sempre dalla parte degli ultimi…. “.
Mitteleuropa – Per
l’Intelligenza Artificiale “il concetto di ‘Mitteleuropa’ è strettamente legato
all’Impero Austro-Ungarico, un’area multiculturale dove le culture tedesca ed
ebraica hanno interagito profondamente”.
16 ottobre 1943 -Leonetta
Cecchi Pieraccini dice sconvolti, lei e i familiari, nelle “Agendine”
quotidiane che ora si pubblicano, a proposito del rastrellamento del ghetto di
Roma il 16 ottobre 1943, un sabato, festa di Sukkott, 8° “delle capanne” o “dei
tabernacoli”, un “pellegrinaggio” di sette giorni) “dalla bestiale curiosità
del nostro popolino che si affollava a guardare”.
I Cecchi abitavano lontano, ma è anche vero che il rastrellamento ha
preso qualche tempo, non è stata l’affare di un momento, né riguardava solo le
poche case dietro la sinagoga.
Passato – “Il passato
non è scritto sia perché ovviamente non lo conosciamo tutto, sia perché
cambiano costantemente le chiavi con cui lo leggiamo e gli elementi che abbiamo
a disposizione per scandagliarlo…. Il passato è il modo di interpretare il
presente: l’unico che abbiamo” -Maurizio de Giovanni su “Effe” #3 2025.
Scarlatti – Non una virgola
per i trecento anni della morte di Alessandro Scarlatti – giusto a Roma, per i
concerti di Santa Cecilia, una serata del coro, in onore di Scarlatti e di
santa Cecilia. “Oggi noi conosciamo Bach e non conosciamo Scarlatti”, può dire
Muti a Cazzullo sul “Corriere della sera”, “che ebbe grande influenza su Bach”.
Simenon – Maigret fascista?
Domanda e risposta sono di una vecchia intervista di Ulderico Munzi col biografo
di Simenon, Pierre Assouline sul supplemento “domenicale “Cultura” del “Corriere
della sera”, 20 settembre 1992. Simenon
aveva esordito con una serie di articoli, 17, una sorta di rubrica, “Pericolo ebraico”, tenuta tra
giugno e ottobre del 1921 sulla “Gazette de Liège”, firmandosi “Sim”. Aveva 18
anni, e ricopiava gli articoli che il “Times” andava traendo dai “Protocolli di
Sion”, il “complotto ebraico per dominare il mondo”.
A guerra finita negherà di essere o di essere mai stato un mangiaebrei. Negli
anni 1920 e 1930, a Parigi, lavorò per personaggi e giornali di estrema destra,
sempre firmando Sim. Ma non era nemmeno un fascista, può argomentare il biografo:
“Temeva la lotta. Era un individualista ripiegato su se stesso…. Era un vigliacco”.
Una condizione a cui lo aveva ridotto la madre, Henriette.
La madre, spiega Assouline, odiava il figlio maggiore Georges. Amava,
invece, il figli cadetto Christian, biondo e bello, che sarà volontario SS. Nel
1945, all’armistizio, Georges sia adoperò per mettere in salvo il fratello, rintanandolo
nella Legione Straniera. Quando poi, nel 1950, Georges morirà in Indocina, nella
rima guerra di decolonizzazione, la madre famosamente avrebbe detto a Georges: “Avrei
preferito che fossi morto tu”. Oppure: “Sei tu che l’hai ucciso”. Ma Simenon
era da tempo in America.
Patti Smith – Mistica? “Lei
appartiene a quella stirpe di mistiche senza convento che attraversa la
letteratura americana da Emily Dickinson – la wayward nun – a Flannery
O’Connor – la hillbilly thomist” – padre Antonio Spadaro, “Il Vangelo
rock secondo Patti Smith” (“La Lettura” 16 novembre).
letterautore@antiit.eu
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