L’Italia invisibile in mostra
Una passeggiata tra le sorprese. Non il capolavoro perduto-e-ritrovato,
una serie di oggetti e opere, di vario genere, uso, materiale, dal camiciotto di
fili colorati alla statua neoclassica, di valore semplicemente storico e\o
artistico, di ogni angolo d’Italia, restaurati, e portati a Roma per la visibilità,
per farli vedere. Un’occasione per vedere opere altrimenti poco fruibili,
disperse come sono per siti archeoigici, chiese, musei diocesani, parrocchie, conventi,
musei municipali. Con qualche “macchina”
anche: una bicicletta in legno, di metà Ottocento, o il sistema planetario tascabile,
in boccia, di fine Ottocento. Molti gli oggetti, sparsi tra le pitture, di
varia dimensione, e qualità.
Molti reperti sono definiti salvataggi. Lasciando
presumere che siano stati restaurati sui fondi della banca per politiche di
scambio – sindaci, assessori, notabili possono essere noiosi\utili. Lasciano
cioè supporre che ci sarebbe stato di meglio da restaurare. E tuttavia, messe
assieme, danno un’impressione durevole di qualità, oltre che di sorpresa -
117 opere in mostra sono un numero considerevole. Tanto più da apprezzare in un
sito e per un tempo che le sottrae all’invisibilità, non sapendosene l’esistenza,
in luoghi poco frequentati.
Una conferma, anche, che la persistenza, che caratterizza
l’Italia, anche quella contemporanea, più dell’innovazione, è ancora un buon
metodo e modo di essere.
Grande lavoro anche burocratico suppone la mostra, di
superamento delle burocrazie. Da parte di Banca Intesa, che i restauri ha dovuto
negoziare con 51 “enti di tutela”. E da parte degli organizzatori, per rincorrere
le opere in mostra tra 67 enti proprietari– i “ringraziamenti” vanno a un
migliaio di persone.
Intesa Sanpaolo-Ministero della Cultura, Restituzioni
2025, Palazzo delle Esposizioni, Roma
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