lunedì 23 giugno 2025
Ombre - 779
Netanyahu
che prega in diretta per Trump è puro farisaismo, visivo. Ma col dubbio, il farisaismo
è di Netanyahu oppure del suo Dio?
Il seme della contestazione agli ayatollah - con finale "Shining"
Un giudice istruttore a Teheran viene chiamato a decidere impiccagioni
senza nemmeno poter sfogliare il fascicolo delle Procure che chiedono le
condanne. È l’inizio della crisi dell’onesto servitore dello Stato nel momento
in cui pensa di avere coronato le sue ambizioni a una vita di modesta comodità.
Che avvelenerà anche la sua bella e armoniosa famiglia. Con una moglie e madre
che più intelligente e premurosa non si può immaginare, e due belle obbedienti
figlie agli studi. La piazza, le lunghe proteste giovanili contro il regime
islamico reazionario, non finirà, questo il senso del titolo – il fico presiede
a ogni nascita mitica, di Romolo e Remo, di Vishnù.
Un film politico, iraniano: lento, lungo, prolisso anche, e seducente.
Per la misura dell’espressione, del vivere in comune, sia pure litigando. Ma
con una lunga sequenza da film d’azione, un inseguimento-tamponamento su strada.
E un finale da “Shining”.
Una testimonianza anche di un sistema giuridico certamente più sviluppato,
equilibrato, giusto, che in Italia. Con la separazione dei ruoli, fra procuratori
e giudici. Un sistema ora asservito dal lungo potere religioso, che va per il mezzo
secolo, ma tradizionalmente di forte autonomia, nel vituperato regime dello scià.
Fu un giudice ad avviare nel 1976 la contestazione che porterà al discredito definitivo
della famiglia regnante e all’uscita di scena due anni dopo. La sorella dello
scià, la sorella gemella Ashraf, aveva il vizio degli affari. Mercato delle
influenze, e immobiliare. Per esempio di vendere appartamenti a Teheran, previa
caparra, da costruire e anzi da progettare. Finché uno dei malcapitati, un
giudice, non la perseguì, senza remore, in tutti i luoghi possibili. E lo scià,
che non era corrotto, solo pusilanme, passò anche per corrotto.
Un film politico, di opposizione su tutti i fronti al regime islamico. Che
però è stato girato, e anche montato, in Iran. E anche questo fa parte del
complesso mondo di quel paese. Si dice che è stato girato in ambienti chiusi,
ma non è possibile nascondersi quando si fa cinema, troppe macchine, troppa
gente. Ci sono anche esterni impegnativi. Molto materiale è dei video-telefonini,
ma c’è l’inseguimento-tamponamento, scena da riprovare decine di volte. E la lunga
vicenda finale si ambienta in un villaggio abbandonato ma con tutte le stigmate
del monumento storico-folklorico preservato con cura– un villaggio di case del colore
e materiale del suolo, argilla, terra e cannicciati.
Mohammad Rasoulof, Il seme del fico
sacro, Sky Cinema Due
domenica 22 giugno 2025
La notte brava di Trump - le macerie
Da qualsiasi punto lo si rigiri, il beau geste notturno di Trump,
coi suoi squadroni volanti invisibili, produce solo rovine.
Ha isolato gli Stati Uniti – più scombussolati i fedelissimi europei.
Non blocca il programma nucleare iraniano.
Impedisce qualsiasi trattativa per limitarlo.
Ha reso immortale il regime degli ayatollah.
Lo radicalizza, se mai ce ne fosse bisogno.
Ha piantato l’antiamericanismo negli iraniani, in patria e all’estero.
Terrorizza ogni potentato arabo, per quanto suddito fedele, dalla
minuscola Giordania all’Egitto e agli sceiccati padronali della penisola.
Allontana ogni dialogo con Putin, che sovrasterà Zelensky con molta più
forza che in passato.
Voleva giocare Putin e la Russia contro Xi e la Cina, li ha messi d’obbligo
insieme.
Rimette in gioco il gigante cinese, che per quanto malandato potrebbe riprendere
la rapida ascesa della via della Seta interrotta sei anni fa dal covid.
Ha isolato gli Stati Uniti, nonché nel vasto ex Terzo mondo, America
Latina in primis, nella stessa Europa, sola e confusa di fronte alla Russia
e alla Cina.
Ha isolato gli Stati Uniti per legarli a Netanyahu, un avventuriero - non
ha saputo-voluto prevenire la guerra di Hamas di cui lui tutto sa (ne ha ucciso
i capi uno per uno, vice compresi, e i capi e vice-capi di Hezbollah e Pasdaran),
e la allarga e intensifica oltre ogni ragionevole risposta, compreso il tiro alle
folle in coda per la fame.
Mettendo in crisi - negli Stati Uniti e altrove, anche in Israele - il sionismo
più avveduto, già perplesso su Netanyahu e la sua guerra di annientamento.
Ci sarebbe poi il danno reputazionale, bombardare mentre si negozia, ma a questo gli Stati Uniti ci hanno abituati, dal tempo degli indiani.
La guerra preventiva è un lasciapassare per qualsiasi malintenzionato.
Problemi di base nucleari - 868
spock
“La democrazia
americana potrebbe non sopravvivere a una guerra con l’Iran”, “The Atlantic”?
“Trump non era
supposto essere contro la guerra”, id.?
Truman-Trump,
la stessa, radice, nucleare?
Trum, dice il sanscrito,
è “colpire”, “uccidere”?
Anche con l’atomica,
gli “ariani” l’avevano già inventata?
Ma siamo
ariani o non-ariani, com’è questa storia?
O è la radice mercantile
che unisce i due bombaroli – muoia Sansone con tutti i filistei?
spock@antiit.eu