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domenica 13 luglio 2025

Ombre - 782

La scrittrice americana Frances O.Connor, afflitta da un lupus ereditario, ha cumulato varie patologie, che l’hanno indebolita, e portata a morte precoce, dopo varie ospedalizzazioni, dai farmaci via via innovativi che venivano utilizzati contro il lupus (se ne trovano tracce nelle lettere pubblicate su “La Lettura”). L’attenzione agli effetti collaterali di una farmacologia specialistica prolungata non era in uso ai suoi anni, 1950, ma non è migliorata dacché se ne sono prospettati i rischi – non c’è specialista in grado di valutare gli effetti incrociati dei vari farmaci. Si vive meglio e di più a dispetto della medicina?
 
Con l’euro da quasi 1 a 1,17 sul dollaro si può dire completata la “liberazione” di Trump nei confronti dell’Europa - dovrebbe arrivare a 1,20 ma già ci siamo: il “dazio” c’è già. Solo non se ne accorgono i media, che continuano a bombardare di Trump pazzo, invece che uomo d’affari come è stato e si vuole – un dealer.
 
Tutto è stato facile per Trump con la Ue, che adesso vuole tassare anche con i dazi, oltre che col cambio. Perché è stata debole di fatto – l’abbandono preventivo della global minimum tax sui big americani del mercato in rete (che hanno finanziato la campagna elettorale di Trump) è stato da dilettanti. Con Canada e Messico evidentemente la partita non si risolve col cambio.
 
Trump agita i dazi per riequilibrare gli scambi – in attesa (nella speranza) che gli Usa si reindustrializzino, dopo la chiusura della manifattura nella globalizzazione. Sull’acciaio li ha applicati, subito e fissi,  perché doveva salvare la U.S. Steel, ultima industria made in America, per renderla appetibile alla Nipon Steeel - che ha capito l’antifona e l’ha infine comprata, anche cara (15 miliardi).
 
È curioso come tutto venga spiegato oggi dall’ex ministro del Tesoro Tremonti in dettaglio e in breve – in un’intervista sul “Sole 24 Ore”. Uno che è sempre in Parlamento ma evidentemente nessuno ascolta.  
https://www.pressreader.com/italy/il-sole-24-ore/20250713/281548001912747?srsltid=AfmBOopdqNMVRtLf946C6lK5YiDzGamHhxqXhpfFXjDfdPKwkK2Gf3W9
 
“Aspides”, la missione navale europea, comandata dall’Italia – poi dalla Grecia e ora nuovamente dall’Itaia – è “rimasta con due sole navi”. E due navi sono state affondate dagli Houtihi solo questa settimana, con decine di “dispersi” – navi da carico ma con equipaggi. Una prefigurazione della difesa europea, di cui è tanto gran parlare.
Le due navi non sono peraltro attive in zona Houthi: la fregata italiana “Andrea Dora” pattuglia la costa mediterranea dell’Egitto, la fregata greca “HS Psara” si esercita con la Marina indiana, nell’0oceano Indiano.
 
Il governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta spiega all’Abi – ribadisce, è un mantra – che senza mercato dei capitali l’Europa no va avanti . Con l’ovvio corollario che l’uso ad libitum  del golden power azzera anche quel poco che c’è di mercato europeo, e che per questo il risparmio se ne va negli Usa, malgrado Trump. Il ministro Giorgetti fa finta di non aver sentito e alla stessa Abi spiega che se non si investe in Italia, né in manufatti né in titoli, la colpa è delle banche. Si direbbe un duello fra uno che sa e uno che non sa. Ma Giorgetti è furbo, molto: sta lavorando a sottomettersi le banche e c’è quasi riuscito, partendo dal quasi fallito Mps: Bpm-Mediobanca-Generali. E ceffoni a chi non ci sta, p,es. Unicredit.
 
Dopo aver promosso il concerto con la Poste e altri soggetti francesi il sp

oprasso di fatto di quota 20 del capitale Bpm, Crédit Agrciole, la seconda più grande banca francese, untuosamente chiede alla Bce autorizzazione a sorpassare il 20 per cento della stessa banca, come azionista di “rilevanza significativa”. Benedetta dal solito Giorgetti, geloso manovratore del golden power  fra due soggetti italiani, Unicredit e Bpm… Da non credere.
 
E Giorgetti non è quello nemico acerrimo della joint-venture Generali-Natixis perché nemico acerrimo della Francia – Natixis è ben francese? Si sa che la Lega è un partito d’opposizione e di governo. Ma è anche “Milano”, l’industria dell’informazione – e quindi la capitale morale, il mercato, le regola, ogni ipocrisia.
Però, Giorgetti il nuovo Cuccia di Milano non è male – c’è sempre del ridicolo nella tragedia.
 
“Non dirò mai chi mi ha convinto che Sofri è colpevole”, ruggisce l’ex giudice Violante all’invito cortese (“siamo vecchi…”) di Sofri a dirlo. Con linguaggio mafioso – posto che non è un prete in confessione. Assurdo. Di uno che non solo è stato un giudice, si professa “comunista”. “I valori di giustizia, di equità, di giustizia sociale li ho imparati nel Pci”.
O forse no, è la chiamata di correo che si minacciano i mafiosi, che l’abbia convinto il colonnello Buonaventura oppure un compagno di Sofri: la “doppia morale” è ancora legge nel (ex?) Pci. 
 
Il papa porta Zelensky in visita per l’appartamento di Castelgandolfo con vista sul lago con le mani in tasca.  E la cosa che dovrebbe essere ridicola invece sembra normale, non si nota. Forse è quello che si richiede da un papa, che faccia il papa, con i paramenti, gli appartamenti, il latino (la formazione), ma sia poi come tutti.
 
“Putin racconta un sacco di stronzate, a lot of shit". Si vuole Trump un temperamentale, e invece è uno stratega del linguaggio –diretto, specie su X, sui canoni della comunicazione social. Per scienza propria, da intrattenitore tv, e per i consulenti che certamente non gli difetteranno. La verità della cosa è che punta(va) a sganciare Putin dalla Cina e dall’Iran. Ma Putin alza sempre il prezzo.
La Cina invece è duttile – pragmatica. Anche se tra Usa e Cina la competizione è globale e inevitabile.
 
Avevamo in Egitto un generale al comando, Mubarak, uno come tutti nell’ex Terzo mondo. L’abbiamo sostituito con le Primavere arabe. Che erano i Fratelli Mussulmani. Allora ci abbiano rimesso i generali, in Egitto Al Sisi. Che ha proibito tutto, perfino la danza del ventre, e arresta le ballerine. Non sappiamo quello che vogliamo. E l’Egitto è pure vicino.
 
A leggere il “Corriere della sera”, non la “Pravda” d’antan, ogni giorno, in prima c’è: “L’opposizione attacca”, Meloni, Nordio, Salvimi, Piantedosi, Mantovano, Donzelli, etc. E “attacca” nel senso che corre, mena, vince, perde? No, recita il mantra grillesco: due frasi, col punto e virgola, e poi col punto, 20 secondi di tg, in genere di facce immobili inespressive sull’obiettivo. Per fidelizzare i gregari? Non è nemmeno propaganda. Serve a gonfiare il cosiddetto “pastone” politico, di cui a nessuno frega nulla - a evitare a un redattore di scrivere mezza cartella. Poi dice che non si vota, e non si comprano i giornali.

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