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lunedì 30 aprile 2018

Il classico viene in copia

“La tradizione è essenzialmente traduzione o copia”. Un fatto di ampia portata, “traduzione e copia”: “Il loro significato supera di gran lunga il fine dell’edizione: esse sono la storia, sono le azioni costitutive della storia scritta”. Il copista è il primo editor, con poteri assoluti.
Il filologo ama riscrivere la storia, è lì per questo. Ma Canfora ara con questo saggio una verità talmente evidente da restare celata: l’opera classica, e fino a Gutemberg, è del copista. A partire da .
“Omero”, che è una scelta dei copisti alessandrini, dei grammatici alessandrini – anche questo si sa ma si trascura – fra le tante versioni “tendenzialmente difformi (gli «Omeri delle città», venivano chiamate)” allora in circolazione.
L’autore è molteplice, per riferimenti e trascrizioni, almeno fino a Gutenberg. Anche l’originale è variabile, per rifacimenti, su copie che prima di Gutenberg erano uniche. E poi per trascrizioni e riferimenti, citazione più o meno fedeli - “la sola forma di effettiva appropriazione di un testo”, peraltro, “consiste nel copiarlo”. L’autore è molteplice.
Luciano Canfora, Il copista come autore, Sellerio, pp. 115 € 8

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