venerdì 7 novembre 2025
Ombre - 798
Un indiano,
seppure di alto lignaggio, dopo un afroamericano: l’elettorato delle minoranze
si mobilita in America, e fa la maggioranza. Con che effetto è da vedere. Il
primo, il sindaco uscente Adams, anche lui plebiscitato, è stato un fallimento,
da tutti i punti di vista. E si parla già di New York come di una nuova Washington
– la capitale, dacché c’è il sindaco del Distretto di Columbia, 1975, è sempre stata
amministrata da afroamericani, con risultati non positivi.
Mamdani, sindaco di New York, è l’anti-Trump per i media
italiani. E la concorrente vittoria del partito Democratico per il governo di
Virginia e New Jersey è la riscossa dello stesso partito. Senza dire che il New
Jersey vota democratico da molti decenni, e che la Virginia vota alternato, una
volta repubblicano, una volta democratico. Si tace anche che Mamdani divide, e non rilancia, il partito Democratico - lo scrittore Safran Foer racconta come si è recato al seggio per votare Mamdani e poi non se la è sentita, ha votato scheda bianca. Si direbbero i media italiani
l’arcinemico di Trump, il ridicolo è pur sempre un’arma.
“Bpm, il Ceo Castagna
mette le cose in chiaro: «Mai pensato di acquistare Crédit Agricole Italia»”. Mentre
è in corso l’acquisto di Bpm da parte del Crédit Agricole. Scade nella farsa la
“resistenza” di Castagna all’ops Unicredit.Con il ministro Giorgetti che fa
sapere di essere impegnato a Bruxelles a spiegare che, sì, no, che Unicredit è
largamente presente in Italia – se non altro per le sette o otto banche che hanno
dato vita al gruppo, che, per carità,se voleva acquisire Bpm lui non ha detto
di no. Le ragioni della Lega – del potere – sono diverse da quelle della ragione.
È lite tra il giornalista Ranucci e il Garante della
Privacy. Che però è stato nominato, nel 2020, dal governo Conte 2, il cosiddetto
governo giallorosso, 5 Stelle col Pd, lo schieramento politico di Ranucci. Quattro membri
su 5 di Pd e 5 Stelle. Ma questo non si dice.
Si annuncia un tennis
misto a Dubai per Capodanno - tra la prosperosa campionessa Sabalenka e un Kyrios
ex campione che sopravvive per insultare Sinner - come la sfida del secolo, che
“libera” le donne. Mentre è il solito circo per riempire gli alberghi e le tv –l’emiro del Dubai è nato grande commerciante. Si equivoca sul Rinascimento
delle petromonarchie, sulla testimonianza pagata di Matteo Renzi tre o quattro
anni fa. Mentre le donne, nonché in mutandine, non vi possono andare neanche in
pantaloni, se non ricoperte da gramaglie che ne nascondano le forme.
Netanyahu fa arrestare la Procuratrice Militare perché ha
denunciato un caso di tortura. E punta alla Procuratrice Generale che lo ha rinviato
a processo per malversazioni. Se ne fa scandalo ma non troppo. Neanyahu non è
un premier eletto?
Il giacobino che fece fallire le riforme a Napoli
Poderosa
biografia, con molta ricerca archivistica (Tigani Sava lavora a una “monumentale bibliografia calabrese”), di un personaggio
che fu molto attivo nel riformismo napoletano di fine Settecento e poi , col
suo giacobinismo, che qualcuno sospetta finto, lo perdette. Originario di Parghelia
(Tropea), abate di malavoglia, giusto per profittare degli studi gratuiti in
seminario, presto in corrispondenza col Genovesi a Napoli, dove si trasferì alla
maggiore età, e fece rapida carriera nelle istituzioni – sempre protetto da
Genovesi. Al protrarsi della rivoluzione francese, andò a informarsene a
Marsiglia, ospite di alcuni parenti Mazzitelli, con i qiuali i suoi frataelli
avevano commerci, era il suo terzo viaggio di formazione\informazione, e ne tornò
giacobino repubblicano. Quanto bastò, anche per la successiva esecuzione di
Luigi XVI e poi di Maria Antonietta, soprattutto di questa, sorella dela regina
di Napoli Carolina, per schierare la corte contro i riformisti, specie se
massoni, cioè all’“aria di Francia”, come l’abate.
Massone,
libero pensatore, riformista divenne sinonimo di terrorista. Non però per
Jerocades, che l’anno dopo il viaggio a Marsiglia, nel 1791, ebbe la cattedra
di Filologia all’università, e nel 1795 quella di Economia – da qui la nomea
che fosse un moderno “provocatore”, uno che “esponeva”, se non li “indicava”, amici
e compagni (Tigani Sava non prende posizione). Quando la Repubblica Partenopea
cadde sotto l’invasione delle “masse”
del cardinale Ruffo, Jerocades era già a Marsiglia, dai parenti Mazzitelli. E fu
anche capace, nel 1801, di ottenere un lasciapassare per il ritorno in patria,
a condizone che non risiedesse a Napoli. Tornò a Parghelia, e morì pochi mesi
dopo.
Antonio
Jerocades poeta, lo dice google appena richiesto di informazioni. Fu in effetti
poeta prolifico. Da giovane prete fu anche creatore, al suo paesino, di una scuola
per bambini che anticipava don Milani: la scuola propriamente detta, per
leggere e scrivere, era assortita di un “Giardino del lieto lavoro”, nel quale
i ragazzi si esercitavano secondo proprie tendenze. Treccani lo beneficia di una amplissima laudatio.
Francesco
Tigani Sava, Antonio Jerocades,
Sensazioni mediterranee, pp. 363, ill. € 10
Il giacobino che fece fallire le riforme a Napoli Poderosa biografia, con molta ricerca archivistica (Tigani Sava lavora a una “monumentale bibliografia calabrese”), di un personaggio che fu molto attivo nel riformismo napoletano di fine Settecento e poi , col suo giacobinismo, che qualcuno sospetta finto, lo perdette. Originario di Parghelia (Tropea), abate di malavoglia, giusto per profittare degli studi gratuiti in seminario, presto in corrispondenza col Genovesi a Napoli, dove si trasferì alla maggiore età, e fece rapida carriera nelle istituzioni – sempre protetto da Genovesi. Al protrarsi della rivoluzione francese, andò a informarsene a Marsiglia, ospite di alcuni parenti Mazzitelli, con i qiuali i suoi frataelli avevano commerci, era il suo terzo viaggio di formazione\informazione, e ne tornò giacobino repubblicano. Quanto bastò, anche per la successiva esecuzione di Luigi XVI e poi di Maria Antonietta, soprattutto di questa, sorella dela regina di Napoli Carolina, per schierare la corte contro i riformisti, specie se massoni, cioè all’“aria di Francia”, come l’abate. Massone, libero pensatore, riformista divenne sinonimoldi terrorista. Non però per Jerocades, che l’anno dopo il viaggio a Marsiglia, nel 1791, ebbe la cattedra di Filologia all’università, e nel 1795 quella di Economia – da qui la nomea che fosse un moderno “provocatore”, uno che “esponeva”, se non li “indicava”, amici e compagni (TiganiSava non prende posizione). Quando la Repubblica Partenopea cadde sotto l’invasione delle “masse” del cardinale Ruffo, Jerocades era già a Mariglia, dai parenti Mazzitelli. E fu anche capace, nel 1801, di ottenere un lasciapassare per il ritorno in patria, a condizone che non risiedesse a Napoli. Tornò a Parghelia, e morì pochi mesi dopo. Antonio Jeorcades poeta, lo dice google appena richiesto di informazioni. Fu in effetti poeta prolifico. Da giovane prete fu anche creatore, al suo paesino, di una scuola per bamini che anticipava don Milani: la scuola propriamente detta, per leggere e scrivere, era assortita di un “Giardino del lieto lavoro”, nel quale i ragazzi si esercitavano secondo proprie tendenze. Treccani lo beneficia di una amplissima laudatio. Francesco Tigani Sava, Antonio Jerocades, Sensazioni mediterranee, pp. 363, ill. € 10
Il
giacobino che fece fallire le riforme a Napoli
Poderosa
biografia, con molta ricerca archivistica (Tigani Sava lavora a una “monumentale bibliografia calabrese”), di un personaggio
che fu molto attivo nel riformismo napoletano di fine Settecento e poi , col
suo giacobinismo, che qualcuno sospetta finto, lo perdette. Originario di Parghelia
(Tropea), abate di malavoglia, giusto per profittare degli studi gratuiti in
seminario, presto in corrispondenza col Genovesi a Napoli, dove si trasferì alla
maggiore età, e fece rapida carriera nelle istituzioni – sempre protetto da
Genovesi. Al protrarsi della rivoluzione francese, andò a informarsene a
Marsiglia, ospite di alcuni parenti Mazzitelli, con i qiuali i suoi frataelli
avevano commerci, era il suo terzo viaggio di formazione\informazione, e ne tornò
giacobino repubblicano. Quanto bastò, anche per la successiva esecuzione di
Luigi XVI e poi di Maria Antonietta, soprattutto di questa, sorella dela regina
di Napoli Carolina, per schierare la corte contro i riformisti, specie se
massoni, cioè all’“aria di Francia”, come l’abate.
Massone,
libero pensatore, riformista divenne sinonimoldi terrorista. Non però per
Jerocades, che l’anno dopo il viaggio a Marsiglia, nel 1791, ebbe la cattedra
di Filologia all’università, e nel 1795 quella di Economia – da qui la nomea
che fosse un moderno “provocatore”, uno che “esponeva”, se non li “indicava”, amici
e compagni (TiganiSava non prende posizione). Quando la Repubblica Partenopea
cadde sotto l’invasione delle “masse”
del cardinale Ruffo, Jerocades era già a Mariglia, dai parenti Mazzitelli. E fu
anche capace, nel 1801, di ottenere un lasciapassare per il ritorno in patria,
a condizone che non risiedesse a Napoli. Tornò a Parghelia, e morì pochi mesi
dopo.
Antonio
Jeorcades poeta, lo dice google appena richiesto di informazioni. Fu in effetti
poeta prolifico. Da giovane prete fu anche creatore, al suo paesino, di una scuola
per bamini che anticipava don Milani: la scuola propriamente detta, per
leggere e scrivere, era assortita di un “Giardino del lieto lavoro”, nel quale
i ragazzi si esercitavano secondo proprie tendenze. Treccani lo beneficia di una amplissima laudatio.
Francesco
Tigani Sava, Antonio Jerocades,
Sensazioni mediterranee, pp. 363, ill. € 10
