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venerdì 22 ottobre 2021

Secondi pensieri - 460

zeulig


Amore
- È bellezza. Cioè una proiezione felice di se stessi. Ci innamoriamo di, ammiriamo, onoriamo la bellezza. Di una persona, un elemento, una veduta. Cioè di un’immagine, che è nostra – la persona può non rispondere ai canoni, peraltro mutevoli, della bellezza, di persone giovani e di persone mature, dei luoghi c’è l’amore del semplice, del geometrico (il palazzo, il giardino all’italiana), del pittoresco, dell’orrido. Ammiriamo,  onoriamo,  ci innamoriamo - o disamoriamo quando non proiettiamo più sull’oggetto dell’amore l’immagine della bellezza – per motivi soggettivi, anche quando li vogliamo oggettivi (un niente può rompere l’incanto, una frase, un suono, uno sguardo).
  
AutenticitàEigentlichkeit , autenticità, è in tedesco ciò che si possiede in proprio, in primo luogo se stessi. È all’origine liberarsi dal “cane da maiale” interno.
Il “gergo dell’autenticità”, dileggiato da Adorno nell’opera omonima (“Il gergo dell’autenticità”) è fatto risalire da Johann Chapoutot, “La norme nazie à l’école de l’antiquité”, a una pratica e a un’espressione di caccia antica, “liberarsi del cane da maiale interiore” – espressione “utilizzata dai nazisti e ancora molto corrente in Germania”. Liberarsi da tutto ciò che indebolisce il carattere: “L’espressione (liberarsi dal cane da maiale interiore, n.d.r.) è derivata da una pratica cinegetica antica, che consiste a stancare il cinghiale (maiale selvatico) con i cani da caccia, fino a che sia troppo stanco per fuggire o per caricare. Lo Schweine-Hund, il cane da maiale, così utilizzato è l’animale che consegna il combattente al suo boia. Metaforicamente, il «cane da maiale interno» è ciò che indebolisce il carattere. Corrente nelle SS, l’espressione è oggi in voga nei centri sportivi urbani…”  
 
Automobile – L’oggetto epocale. La “cosa”, il feticcio. Che ha dominato il Novecento e ora si tenta di domare - derubricare dal piedistallo e quasi dalla beatificazione (la velocità, il viaggio, l’annullamento dello spazio). Richiama il mito d Fetonte, il figlio del dio Elio, il sole, che chiese al padre e ottenne di poter guidare il carro del Sole, ma, perduto il controllo dei cavalli, incendiò mare e terra – finché Giove non lo uccide con un fulmine.
 
Beatitudine – Può essere – è in Rilke – Seeligkeit, piuttosto che Seligkeit: cioè qualcosa che ha da fare con l’anima, e quindi col “divino in noi” (Rilke è di religiosità profonda e vasta, perfino invadente, anche nei concetti che si penserebbero più remoti, eros, polemos, natura). Un approccio – un legame – che è della stessa parola nel corrispondente italiano.
 
Darwinismo – La Bibbia si può dirne la base, nel “Genesi” e dopo: l’uomo viene dopo gli altri animali, ed è fatto di fango. Viene a capo di una evoluzione, ed è prodotto della terra.
 
Denaro – Ha potere assoluto, in senso metaforico e metafisico prima che politico o di forza? Così Marx lo tratteggia nei “Manoscritti economico-filosofici del 1844”, commentando come soleva, da filologo mancato, il “Faust” di Goethe. Là dove Faust si consola: “Ah, diavolo! Certamente mani e piedi,  testa e sedere sono tuoi! Ma tutto quello che io posso godermi allegramente non è forse mio?” In particolare il denaro,  grazie al denaro: “Se posso pagarmi sei stalloni, la loro forza non è forse la mia?”. Col commento: “Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le forze essenziali del suo possessore. Ciò che io sono e posso non è quindi determinato dalla mia individualità. Io sono brutto ma posso comperarmi la più bella tra le donne. E quindi io non sono brutto, perché l’effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva, è annullata dal denaro”.
 
Ermeneutica – Non c’è niente come l’insensato per produrre interpretazione”, U. Eco (“Non sperate di sbarazzarvi dei libri”), l’autore del trattato sull’interpretazione.
 
Erotismo – Si autocelebra, è autoerotismo in Platone come in Rilke. Nella riflessione (argomentazione, lirismo, Accensione-invasamento), cioè nell’autosuggestione. Ciò ne spiega la brevità, connessa all’intensità, l’occasionalità (abruptness, amour fou), l’intercambiabilità (di fisico, viso, sguardo, voce, allure). L’Altro è una sorta di pietra focaia, su cui accendersi di scintille, colorate, calorose e labili - qualcosa più di un botto, ma di meccanismo analogo: riempito e sigillato alla stessa maniera, per esplodere e finire.  
 
Europa – Tra Stalin e Hitler, 1933-1953, venti anni appena del secolo XX, cento milioni di morti per violenza sono state censiti. Più, forse, che in tute le guerre della storia, la Prima cruentissima guerra mondiale compresa. La civiltà europea è - è stata - l’anticristo all’opera? La religione statale, statalista?
 
Fine del mondo – È fantasia occidentale? È biblica – dal diluvio. E ricorrente. È sintomatico che ricorra, come oggi, in periodi di massima affluenza storica – di affluenza (ricchezza, sicurezza, benessere) maggiore che in precedenza, nuovo record. È una forma di scongiuro, apotropaica? C’è un bisogno di sentirsi-essere insicuri per garantire il futuro?
L’ideologia della crisi non è un’ideologia, è un dato, un modo di essere. Un sedimento utilitaristico: prepara e consente il futuro, in un percorso elicoidale di progresso-soddisfazione-crisi-progresso.  
 

Gioconda -   L’equivoco del dipinto è nel nome. “Mona Lisa” non è propriamente gioconda. Ha la posa e l’espressione della Sfinge del Cairo. Come Leonardo non la conosceva ma come l’ha vista, vissuta e descritta Rilke, e di fatto per ogni osservatore.
La stessa sensazione di Rilke si può presumere che Leonardo abbia vissuto altrimenti. A nche non nella situazione di Rilke – viaggio (spaesamento), tramonto, notturno lunare, spazio vuoto di turisti, che l’espressione della Sfinge traducono in luce incerta, in suono inarticolato.
 
Ideologia – Si può dirla radicata, antropologicamente. La Russia, che sembrerebbe essere stata patria del sovietismo (la rivoluzione marxista-leninista) per caso, a trent’anni di distanza dal sovietismo continua a considerarsi, oltre che a essere considerata, inassimilabile – al mercato, al liberalismo, all’Occidente. Il Vietnam invece, che ha combattuto una guerra lunga e cruenta contro il capitalismo e il liberalismo, vi si è subito adattato. La Cina, pur essendo controllata d a un partito Comunista molto intromettente, non ha visto l’ora di adeguarsi al mercato più liberista.
   
Immagine – È soggettiva, direttamente, senza infingimenti: il nocciolo nudo della conoscenza – la conoscenza in immagine invece che in parole. In disegno, pittura, scultura, anche in pellicole, è come nella scrittura: una proiezione. Una creazione, l’immagine è interiore. Anche quella della vista, di una persona, un ambiente, un evento. È la “immagine del cor” di Michelangelo, come nota Hillman, lo psicagogo dell’immagine, dell’immaginazione al comando (James Hillman-Silvia Rochey, “L’ultima immagine”) – “Amor, la tua beltà non è mortale:\ nessun volto fra noi è che pareggi\ l’immagine del cor, che ‘nfiammi e reggi\ con altro foco e muovi con altr’ale”.  
 

Infanzia - E d’uso evocarla, in letteratura, al cinema, in analisi. Non una qualsiasi, osservabile, la propria. Aguzzando la memoria – la memoria aguzzina? Deducendo, da ogni sia pur vago indizio. Contestualizzando, “realtà” storiche, familiari, amicali, memorialistiche. Il ritorno all'infanzia, con qualche fondo di verità, esplorando il più possibile con consapevolezza, oltre che determinazione, non è il ricordo di un sogno. È un ritorno sempre vigile. Specie quando è sottoposto a un controllo rigoroso, il più possibile.
 
Riso – È sociale, una forma di condivisione? Umberto Eco: “Si veda un film comico da soli. Non si ride” (J.-C.-Carrière-U.Eco, “Non sperate di liberarvi dei libri”). Ma un libro comico – ce n’è, anche di Eco –si legge quasi necessariamente da soli. E si ride.


zeulig@antiit.eu

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