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giovedì 10 luglio 2025

L’Europa deve unirsi o sparirà

“L’Europa è stata forgiata dalla crisi”, come disse Jean Monnet, uno dei suoi fondatori, e anche oggi la crisi è grave, per “l’interconnessione di tre dimensioni: geopolitica, economica e istituzionale”. Una sfida totale: “geopolitica” significa il suo isolamento, di fronte all’America - che non è “l’America di Trump”, non è una folata di vento pazzo, è un modo di essere e di porsi, concorrenziale. L’Europa è sola, contro tutti – come tutti.  “È” anche in “una crisi che non può essere risolta solo con nuovi prestiti,”, come dopo il covid, e poi per la NextGeneration e ora per il riarmo, “o con una valanga di nuove regole da Bruxelles” – sottinteso: come si è provato con le grandi corporation americane del web, della comunicazione.
Dopo Draghi e con più insistenza, se possible,  il Fondo Monetario insiste – per impulso della direttrice, la  bulgara Kristalina Georgieva? -  a spiegare in vari modi che senza l’integrazione finanziaria e politica l’Unione Europea ha esaurito la sua funzione propulsiva. È un mercato comune, poco di più per via della moneta, gli Stati membri lasciando soli (perfino la trattativa con gli Stati Uniti sui dazi lo comprova)  nell’agone internazionale – nei mercati e nelle geopolitiche. Dall’immigrazione ai rapporti commerciali e a quelli militari.
Simon Nixon, Europe’s Future Hinges on Greater Unity, Imf “F&D”, Finance&Development (leggibile anche in italiano, Il futuro dell’Europa dipende da una maggiore unità)

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