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sabato 17 maggio 2025

A Garlasco il processo è alla Cassazione

La Procura di Pavia ci ha abituati alle revisioni. Sulla morte di Enrico Mattei ha tenuto banco per decenni. Sul “delitto di Garlasco” - l’assassinio di Chiara Poggi - dunque non si smentisce. Ma i presupposti oggi sono diversi.
Innanzitutto si è lavorato quasi dieci anni alla riapertura delle indagini. Da una denuncia del 2017, per stalking, presentata dai legali di Alberto Stasi, l’assassino di Chiara Poggi secondo la Cassazione. Poi, quattro morti collegabili all’assassinio di Chiara Poggi non indagate: rubricate come suicidi ma avvenute in forme impossibili con l’autoassassinio. Soprattutto, e di nuovo, una condanna, quella di Stasi, confusissima, decretata infine dalla Cassazione, senza la necessaria “certezza processuale assoluta” che la legge richiede, anzi tra mille ripensamenti (il processo è andato su è giù per una mezza dozzina di corti d’Appello). E contro il parere della Procura, che riteneva necessario un terzo o quarto processo. La stessa Procura a cui la Cassazione demanda ora nuove indagini.
Le nuove indagini devono essere “estesissime”. Quelle di prima, cioè, non lo erano.

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