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Il golden power Ue è per i carri armati tedeschi
È un’attenzione specifica, di interesse della Germania, e della Francia,
che muove Bruxelles sull’esercizio del golden power. Non le ops di Orcel
e Unicredit come si tende a dire – e come gli avvocati internazionalisti fanno
valere (ma Orcel ne sa evidentemente di più, che si tiene alle cose). Per una questione
insieme ridicola e terribilmente seria, come spesso a Bruxelles.
Il gruppo di armamenti franco-tedesco Knds (creato dalla tedesca Krauss-Maffei
Wegman e dalla francese Nexter) ha rilevato la società tedesca Renk, specializzata
in “sistemi di trasmissione per veicoli
militari” (cambi per carri armati), già suo fornitore. Un’azienda quotata un
anno fa, e triplicata di valore. Il gruppo finanziario Triton, titolare di una
quota del 18 per cento, si rifiuta di consegnare il pacchetto. Knuds ha fatto
causa a Triton, a Francoforte. E ha adito la Ue. Che subito si è inventata un’autorità
in via di costituzione sul golden power.
Da qui i primi divisamenti europei in materia. Generici, e genericamente
riferiti alla Commissione. Ma non c’è da dubitare che, la cosa interessando la
Germania e la Francia, Bruxelles si prenderà anche le competenze in materia di golden
power.
Di Stefano (v. sopra) c’entra perché Triton si difende dicendo: manca l’autorizzazione
del governo italiano, responsabile del controllo degli investimenti (si difende
in due modi, l’altra è che “le condizioni di chiusura dell’opzione non sono
state soddisfatte”). Renk non ha attività in Italia - giusto un rappresentante
commerciale. Ma si vede che al golden power leghista ci si appiglia
ormai per chiara fama.
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