venerdì 2 maggio 2025
La liberazione del bambino
Oggi
dimenticato (l’ultima edizione italiana è di vent’anni fa) ma non sostituito
adeguatamente, se ne vedono i pregi in negativo, nelle sorti delle due-tre ultime
generazioni, preda di una sorta di nemesi della libertà, che i ragazzi e perfino i bambini ha portato al silente e servile mattatoio dei cellulari, le
cuffie, la playstation onanistica. All’isolamento e all’inattaccabilità, nel
senso dell’incapacità di parlare, articolarsi, pensarsi. Esprimersi.
Durante
la guerra Pocket Book commissionò al pediatra dr. Benjamin Spock una guida per la
cura dei bambini. Il dr. Spock, giù campione olimpico di canottaggio, nel 1924,
si era intanto arruolato in Marina, e il manuale vide la luce solo nel 1946, “Common Sense Book
of Baby and Child Care”. Ma in tempo per il boom postbellico delle nascite.
Che vide moltiplicarsi all’improvviso il numero dei genitori insperti, bisognosi
di istruzioni su come comportarsi, dal pannolino al ruttino postprandiale, alle
più variate indisposizioni. Un manuale perfeto per le nuove generazioni, di consultazione
agevole, di soluzioni pratiche. Tutte all’insegna della naturalezza, della
praticità, fino alla facilità, delle prime cure e dell’allevamento del bambino.
In
America il “Baby and Chilad Care” ebbe sei edizioni, per una vendita di 45 milioni
di copie. Pubblicato in italiano nel
1962, da Longanesi, con il titolo “Il bambino. Come si cura e come si
alleva”, ebbe anche in Italia largo successo per una quindicina d’anni, per due
generazioni.
Ann
Hulbert, Dr. Spock’s Baby, “The New Yorker”
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