letterautore
Boezio – Rischiò di
fare il Medioevo “europeo”, nel senso oggi del termine, culturalmente unito. È
il guizzo che Boitani si prospetta rileggendo la riedizione di un vecchio libro
di Sonia Gentili, “L’idea di poesia nel Medioevo”: “Chissà quale sarebbe stata
l’idea della poesia nel Medioevo, se quel Medioevo fosse stato anche latino,
romanzo, bizantino, germanico, inglese, scandinavo, slavo”. Cioè “volgare”,
popolare? E con la poesia anche la comunicazione – il linguaggio comune, quello
politico.
Boezio
come quello che mediò il pensiero
antico (aulico) con la sensibilità e i linguaggi cristiani (popolari).
Correlativo oggettivo – La poetica teorizzata da T.S. Eliot nel saggio “Hamlet and his problems”, del 1919, pubblicato
l’anno dopo nella raccolta “Il bosco sacro”: “La sola maniera di esprimere l’emozione
nella forma dell’arte sta nel trovare una «oggettività correlativa»” - da qui
il “correlativo oggettivo”: “In altre parole, un insieme di oggetti, una situazione,
una catena di eventi, che rappresenta la formula di quella particolare emozione;
in modo tale che, quando vengano forniti i fatti esterni, che devono culminare in
un’esperienza sensoriale, l’emozione è immediatamente evocata”.
Una forma forse nell’aria del tempo, poiché ci si
era mossa la “poetica dell’oggetto” di Pascoli, Gozzano, Sbarbaro - e poi Montale
(1925).
A proposito di Montale è discusso se fosse a conoscenza
di Eliot. Se non del saggio specifico, della sua poetica, che dall’ottobre 1922
diffondeva attraverso una sua rivista subito famosa, “The Criterion”. Montale
disse di no. Ma dubbi sono stati avanzati perché nel 1928, quando Montale era
ancora un debuttante in Italia, T.S .Eliot pubblicò su “The Criterion” una sua
poesia, “Arsenio”.
Più importante,
per la poetica sua e in generale, è la notazione che T.S.Eliot porterebbe così
in estetica il concetto psicoanalitico di “inconscio collettivo”, che Jung
aveva teorizzato qualche anno prima nella “Struttura dell’inconscio” . tradotto
in inglese nel 2016: l’insieme di miti, credenze, attitudini e abitudini, mentali
e non, che l’uomo si trova a possedere “per natura”, strutturati in archetipi
comuni – una sorta di “libreria universale della conoscenza umana”.
Europa – Per i russi è
la Germania – il cuore dell’Europa? Lo è per Nabokov,neo professore di
letteratura in America nel 1952, nelle
“Lezioni sul Don Chisciotte”, il primo insegnamento al quale fu chiamato in
America, nel 1952 - una decina d’anni dopo esserci arrivato, ma nella prestigiosa
Harvard. Un incarico al quale si preparò con molta cura. Fra le tante osservazioni
generali inserendo: “La grande letteratura del passato sembra essere nata nelle
periferie d’Europa, al limitare del mondo conosciuto”. E queste “periferie”
elenca nell’ordine: Grecia, Italia, Inghilterra, Spagna.
Femminicidi - “La quasi totalità
degli omicidi è commessa da maschi”, Gianrico Carofiglio, “L’orizzonte della
notte”, 66.
Nomi – Si legano ai luoghi,
anche quelli di persona. Michelangelo Antonioni, spiega la nipote Elisabetta sul
“Corriere della sera”, progettava “il catalogo dei nomi strani di Ferrara. Sì,
i nomi propri delle persone. I ferraresi non amavano molto la chiesa”, e davano
a fogli i nomi più strani - come oggi i ricchi e potenti, Elon Musk, John
Elkann, Leone Mosé, Oceano Noah, Vita Talita, Arcadia, Lycurgus, Nevada, Kai, X
AE A.12…. Non solo i ferraresi, gli emiliani in genere, e i romagnoli, si sono
dati a lungo nomi speciali – e il catalogo è stato fatto: Agrifoglio, Alchermese,
Anisetta. Antenato, Armistizio, Avvenente, Bianco (Del Monte)…, e Circoncisa.
Una forma di liberazione?
Poesia – Quella moderna è
frammentaria (Petrarca) - è la constatazione di Piero Boitani sul “Sole 24 Ore
Domenica” - dopo la frattura con la filosofa, oppure realista (Dante. Boccaccio):
“Se l’affermazione della filosofia coincide con la negazione della poesia, delle
passioni….. cosa potrà fare l’autore di un canzoniere italiano come Guittone o
Petrarca? Dovrà separare definitivamente l’unità degli opposti e inanellare
frammenti, come fa Petrarca («Rerum
Vulgarium Fragmenta» è il titolo del «Canzoniere»), oppure virare decisamente verso
un altro tipo di mimesis quella più intenzionalmente realistica, come fanno, in
parte, Cavalcanti e, con maggiore determinazione, Dante e Boccaccio”. Semplice –
semplicistico?
Romanzo – È
Sette-Ottocentesco? È ancora l’opinione, asseverata, di Magris, in “Mondo, romanzo”
(o “La letteratura è la mia vendetta”), in dialogo con Vargas Llosa sul
romanzo: “Il romanzo è il mondo moderno. Non solo non
potrebbe esistere senza di esso, come un’onda
senza il mare, ma per alcuni aspetti s’identifica con esso, ne è la
mutevole espressione, come lo sguardo o la piega di una bocca sono l’espressione di un viso”. Ma miglior
romanzo di quelli di Omero? Di Virgilio, di Cesare volendo – affabulatore più
che condottiero, basta vedere come è
finito. E perché si legge ancora Cicerone, anche se era bugiardo (un avvocato)?
Statue – La “Venere dei
Medici” – quella in copia di Canova - innamorò Ugo Foscolo, che ne scrisse
(Silvano Brandi lo cita lungamente sul “Corriere Fiorentino” giovedì): “Io
dunque ho visitata, e rivisitata, amoreggiata, e baciata, e, ma che nessuno il
risappia, ho anche una volta accarezzata, questa Venere nuova…. Se la Venere
dei Medici è bellissima dea, questa ch’io guardo e riguardo è bellissima donna:
l’una mi faceva sperare il paradiso fuor di questo mondo, e questa mi lusinga
del paradiso anche in questa valle di lacrime”.
Gaetano Tumiati – Autore di un
premio Campiello, uno dei primi, 1974, “Il busto di gesso”, lo ricorda solo
Elisabetta Antonioni, la nipote di
Michelangelo, come grande amico dello zio. Che a un certo punto “s’innamorò
della sorella di Tumiati. Voleva sposarla. Era innamorato perso”. Ma ebbe un
rifiuto spiccio dal padre di lei: “Non hai né arte né parte”. Michelangelo se
ne risentì, “ma con Tumiati rimasero amici e continuarono frequentarsi”- con lui
e con Giorgio Bassani, tre coetanei,
amici.
Gaetano
Tumiati, detto “Gae”, ufficiale in guerra, fu fatto prigioniero in Libia e
confinato negli Stati Uniti nel campo di Hereford, con Berto, Dante Troisi,
Alberto Burri e Ervardo Fioravanti. Un
nome dimenticato, ma scrisse molto, fu fratello di Roseda, premio Bagutta, e
nipote di tre zii, fratelli del padre, tutti “senza arte né parte”: Gualtiero
attore e regista, di teatro e di cinema, Domenico scrittore e drammaturgo, e il
più noto Corrado, psichiatra, che dell’esperienza di medico nella grande diede testimonianza
che ancora si fa leggere, “Zaino di sanità”, benché rarità bibliografica, nel 1931
premio Viareggio (il secondo premiato, il primo era stato Lorenzo Viani, altro dimenticato)
con l’esperienza ospedaliera, “I tetti rossi. Ricordi di manicomio”.
Vecchiaia – “Un tipico segno
dell’età che avanza è pensare sempre più spesso ai presunti, tipici segni dell’età
che avanza”, G. Carofiglio, “L’orizzonte della
notte”, 67.
Viaggio – “I veri viaggiatori
partono per partire… i loro desideri hanno la forma delle nuvole”, Baudelaire,
“Il viaggio”.
Però:
“Com’è grande il mondo al lume della lampade!\ Com’è piccolo il mondo agli
occhi del ricordo!” - quello del ragazzo “amante delle mappe e delle stampe” e
quello dell’esperienza.
letterautore@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento