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sabato 5 luglio 2025

Letture - 583

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Boezio
– Rischiò di fare il Medioevo “europeo”, nel senso oggi del termine, culturalmente unito. È il guizzo che Boitani si prospetta rileggendo la riedizione di un vecchio libro di Sonia Gentili, “L’idea di poesia nel Medioevo”: “Chissà quale sarebbe stata l’idea della poesia nel Medioevo, se quel Medioevo fosse stato anche latino, romanzo, bizantino, germanico, inglese, scandinavo, slavo”. Cioè “volgare”, popolare? E con la poesia anche la comunicazione – il linguaggio comune, quello politico.
Boezio come quello che mediò il pensiero antico (aulico) con la sensibilità e i linguaggi cristiani (popolari).
 
Correlativo oggettivo – La poetica teorizzata da T.S. Eliot nel saggio “Hamlet and his problems”, del 1919, pubblicato l’anno dopo nella raccolta “Il bosco sacro”: “La sola maniera di esprimere l’emozione nella forma dell’arte sta nel trovare una «oggettività correlativa»” - da qui il “correlativo oggettivo”: “In altre parole, un insieme di oggetti, una situazione, una catena di eventi, che rappresenta la formula di quella particolare emozione; in modo tale che, quando vengano forniti i fatti esterni, che devono culminare in un’esperienza sensoriale, l’emozione è   immediatamente evocata”.
Una forma forse nell’aria del tempo, poiché ci si era mossa la “poetica dell’oggetto” di Pascoli, Gozzano, Sbarbaro - e poi Montale (1925).
A proposito di Montale è discusso se fosse a conoscenza di Eliot. Se non del saggio specifico, della sua poetica, che dall’ottobre 1922 diffondeva attraverso una sua rivista subito famosa, “The Criterion”. Montale disse di no. Ma dubbi sono stati avanzati perché nel 1928, quando Montale era ancora un debuttante in Italia, T.S .Eliot pubblicò su “The Criterion” una sua poesia, “Arsenio”.
 
Più importante, per la poetica sua e in generale, è la notazione che T.S.Eliot porterebbe così in estetica il concetto psicoanalitico di “inconscio collettivo”, che Jung aveva teorizzato qualche anno prima nella “Struttura dell’inconscio” . tradotto in inglese nel 2016: l’insieme di miti, credenze, attitudini e abitudini, mentali e non, che l’uomo si trova a possedere “per natura”, strutturati in archetipi comuni – una sorta di “libreria universale della conoscenza umana”.

Europa – Per i russi è la Germania – il cuore dell’Europa? Lo è per Nabokov,neo professore di letteratura in America nel 1952,  nelle “Lezioni sul Don Chisciotte”, il primo insegnamento al quale fu chiamato in America, nel 1952 - una decina d’anni dopo esserci arrivato, ma nella prestigiosa Harvard. Un incarico al quale si preparò con molta cura. Fra le tante osservazioni generali inserendo: “La grande letteratura del passato sembra essere nata nelle periferie d’Europa, al limitare del mondo conosciuto”. E queste “periferie” elenca nell’ordine: Grecia, Italia, Inghilterra, Spagna.
 
Femminicidi - “La quasi totalità degli omicidi è commessa da maschi”, Gianrico Carofiglio, “L’orizzonte della notte”, 66.
 
Nomi – Si legano ai luoghi, anche quelli di persona. Michelangelo Antonioni, spiega la nipote Elisabetta sul “Corriere della sera”, progettava “il catalogo dei nomi strani di Ferrara. Sì, i nomi propri delle persone. I ferraresi non amavano molto la chiesa”, e davano a fogli i nomi più strani - come oggi i ricchi e potenti, Elon Musk, John Elkann, Leone Mosé, Oceano Noah, Vita Talita, Arcadia, Lycurgus, Nevada, Kai, X AE A.12…. Non solo i ferraresi, gli emiliani in genere, e i romagnoli, si sono dati a lungo nomi speciali – e il catalogo è stato fatto: Agrifoglio, Alchermese, Anisetta. Antenato, Armistizio, Avvenente, Bianco (Del Monte)…, e Circoncisa. Una forma di liberazione?
 
Poesia – Quella moderna è frammentaria (Petrarca) - è la constatazione di Piero Boitani sul “Sole 24 Ore Domenica” - dopo la frattura con la filosofa, oppure realista (Dante. Boccaccio): “Se l’affermazione della filosofia coincide con la negazione della poesia, delle passioni….. cosa potrà fare l’autore di un canzoniere italiano come Guittone o Petrarca? Dovrà separare definitivamente l’unità degli opposti e inanellare frammenti, come fa Petrarca  («Rerum Vulgarium Fragmenta» è il titolo del «Canzoniere»), oppure virare decisamente verso un altro tipo di mimesis quella più intenzionalmente realistica, come fanno, in parte, Cavalcanti e, con maggiore determinazione, Dante e Boccaccio”. Semplice – semplicistico?
 
Romanzo – È Sette-Ottocentesco? È ancora l’opinione, asseverata, di Magris, in “Mondo, romanzo” (o “La letteratura è la mia vendetta”), in dialogo con Vargas Llosa sul romanzo: “Il romanzo è il mondo moderno. Non solo non potrebbe esistere senza di esso, come un’onda  senza il mare, ma per alcuni aspetti s’identifica con esso, ne è la mutevole espressione, come lo sguardo o la piega di una bocca  sono l’espressione di un viso”. Ma miglior romanzo di quelli di Omero? Di Virgilio, di Cesare volendo – affabulatore più che  condottiero, basta vedere come è finito. E perché si legge ancora Cicerone, anche se era bugiardo (un avvocato)?
 
Statue – La “Venere dei Medici” – quella in copia di Canova - innamorò Ugo Foscolo, che ne scrisse (Silvano Brandi lo cita lungamente sul “Corriere Fiorentino” giovedì): “Io dunque ho visitata, e rivisitata, amoreggiata, e baciata, e, ma che nessuno il risappia, ho anche una volta accarezzata, questa Venere nuova…. Se la Venere dei Medici è bellissima dea, questa ch’io guardo e riguardo è bellissima donna: l’una mi faceva sperare il paradiso fuor di questo mondo, e questa mi lusinga del paradiso anche in questa valle di lacrime”.
 
Gaetano Tumiati – Autore di un premio Campiello, uno dei primi, 1974, “Il busto di gesso”, lo ricorda solo Elisabetta Antonioni, la nipote  di Michelangelo, come grande amico dello zio. Che a un certo punto “s’innamorò della sorella di Tumiati. Voleva sposarla. Era innamorato perso”. Ma ebbe un rifiuto spiccio dal padre di lei: “Non hai né arte né parte”. Michelangelo se ne risentì, “ma con Tumiati rimasero amici e continuarono frequentarsi”- con lui e con Giorgio Bassani, tre coetanei,  amici.
Gaetano Tumiati, detto “Gae”, ufficiale in guerra, fu fatto prigioniero in Libia e confinato negli Stati Uniti nel campo di Hereford, con Berto, Dante Troisi, Alberto Burri e Ervardo Fioravanti.  Un nome dimenticato, ma scrisse molto, fu fratello di Roseda, premio Bagutta, e nipote di tre zii, fratelli del padre, tutti “senza arte né parte”: Gualtiero attore e regista, di teatro e di cinema, Domenico scrittore e drammaturgo, e il più noto Corrado, psichiatra, che dell’esperienza di medico nella grande diede testimonianza che ancora si fa leggere, “Zaino di sanità”, benché rarità bibliografica, nel 1931 premio Viareggio (il secondo premiato, il primo era stato Lorenzo Viani, altro dimenticato) con l’esperienza ospedaliera, “I tetti rossi. Ricordi di manicomio”.
 
Vecchiaia – “Un tipico segno dell’età che avanza è pensare sempre più spesso ai presunti, tipici segni dell’età che avanza”, G. Carofiglio, “L’orizzonte della notte”, 67.
 
Viaggio – “I veri viaggiatori partono per partire… i loro desideri hanno la forma delle nuvole”, Baudelaire, “Il viaggio”.
Però: “Com’è grande il mondo al lume della lampade!\ Com’è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!” - quello del ragazzo “amante delle mappe e delle stampe” e quello dell’esperienza.

letterautore@antiit.eu

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