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Il veni, vidi,vici di Trump
Non ha avuto la pace in Ucraina, ma si
partiva da Tacito, “hanno fatto il deserto e lo hanno chiamato pace”, in Ucraina
impossibile – nessuno vuole farvi la pace. Ma il preambolo al suo One Big Beautiful Bill è
già realtà – sul lato internazionale, che è quello che interessa: cambio, dazi,
5 per cento Nato, fisco, Trump ha avuto tutto quanto voleva. Nel mezzo ha pure vinto una sua specialissima guerra lampo agli ayatollah.
In Italia si accredita l’idea che
Trump lo faccia per sé, non nell’interesse degli Stati Uniti – l’informazione
più qualificata, “Corriere della sera”, “la Repubblica”, perfino “Il Sole 24
Ore”, lo fa un presidente cazzaro, megalomane se non pazzo. Che
sta portando all’America, col protezionismo, inflazione, recessione, incertezza finanziaria, instabilità, sfiducia. Ma questo solo in Italia, vecchio riflesso, o vecchia professione,
anti-Usa – mentre solo le corrispondenze da New York sono ambite (come lo erano
negli anni dell’antiamericanismo professo). Mentre ha consentito la vendita multimiliardaria di US Steel alla Nippon Steel, anatema per Biden. E lascia in vita Tik Tok, che Biden aveva bannato.
Si discute ora in questo quadro,
ultimissimo rifugio, se Trump non sia anti-europeo. Ma non lo è – non può
esserlo, non è niente: è tutto e
niente, non ha principi, tanto meno odii. “Fortezza Europa” è come gli Stati Uniti
da sempre hanno visto la nascita dell’Unione
Europea, da destra e da sinistra – si parte dalle presidenze Clinton,
Bush padre era ancora ben europeista.
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