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venerdì 14 novembre 2025

La globalizzazione va col nazionalismo


La globalizzazione, il libero scambio che Ricardo ottimizzava, si è sviluppata tortuosamente. “Nei circa sessant’anni prima della Grande Guerra il commercio globale crebbe rapidamente nonostante dazi doganali sempre più elevati” che gli imperi coloniali imponevano. “I conflitti geopolitici e le guerre commerciali divenivano più comuni”, nonostante la maggiore integrazione dei mercati.

Queste contraddizioni erano anche al centro del dibattito, se ne discuteva. Il libero scambio non ha spazzato via il nazionalismo economico, ci ha convissuto, nella grande fioritura ottocentesca del commercio mondiale. Al contrario: “Accesi dibattiti sul libero scambio e sul nazionalismo economico dominavano il mondo in via di industrializzazione all’epoca”. In uno scambio che oggi suona familiare: “L’emergente nazionalismo economico odierno riecheggia in modo inquietante la prima era della globalizzazione, ed è un insieme di contraddizioni ancora più grande”. 

Palen, professore di Economia a Exeter, è autore di “Pax Economica: Left-Wing Visions of a Free Trade World”, e “The ‘Conspiracy’ of Free Trade. The Anglo-American Struggle over Empire and Economic Globalisation, 1846–1896”. Il momento attuale non trova specialmente distruttivo: “Le forze nazionaliste sono riemerse dalla Grande Recessione del 2008-2009 come una potente forza politica ed economica in tutto il mondo. Eppure il nostro è un mondo di straordinaria interdipendenza economica, frutto di meraviglie tecnologiche”. 

Marc-Wiliam Palen, When Free Trade First Faltered, Imf “F&D- Finance&Development” settembre 2025 (leggibile anche in italiano, “Quando il libro scambio vacillò la prima volta”)

 


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