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venerdì 18 luglio 2025

Londra 1939, profughi brutti, sporchi e carttivi

La “missione confidenziale” è dell’agente D., anonimo ma personalizzato: un professore spagnolo di letteratura romanza inviato in Inghilterra per provvedere il carbome per la Repubblica nella guerra civile ancora in corso. Ce la farà naturalmente, anche perché in qualche modo è determinato, avendo perso nella guerra la moglie, ”ficilata per errore” – da chi? E tra errori e imbranamenti fa quello che deve fare, la spia.
Nel 1939, alla vigilia della guerra, G. Greene scrisse un paio di romanzi per ragioni “alimentari”, sposo fresco, per mantenere la famiglia, non sapendo ancora che sarebbe stato anche lui un  professor D. al servizio di Sua Maestà. Ma, al suo modo, spiegando e circostanziando, fa funzioare sia la trama che il personaggio. Un romanzo che classificherà un “divertimento”, e invece dura – l’altro “divertimento” del 1939 era nientedimeno che “Il potere e la gloria”. Con una sorpresa, una sorta di preveggenza – oppure è l’Inghiltera di sempre, che avevamo dimenticato e ora un governo laburista riporta a galla, incalzato dall’esterma destra dilagante di Farage: un’idola che si sente aggredita da “sporchi continentali”, “clandestini”, “vi infilate in casa nostra come vermi”. Brutta sorpresa – oppure  no, un racconto ben lavorato. Ma, anche allora, con una guerra alle porte?
Graham Greene, Missione confidenziale, Sellerio, pp.392 € 16

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