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lunedì 14 luglio 2025

Se Israele indigna il mondo

“Strage di bambini a Gaza”, non contestata. Una delle tanti, ormai giornaliere.  Si prende nota dei bambini perché assassinii non contestabili, come per gli adulti, che ogni giorno vengono uccisi a raffiche alle code per il cibo o l’acqua: di loro si può pensare che siano terroristi (ma: sono migliaia? un esercito? disarmato?), fiancheggiatori, zona grigia, parenti, tutto quello che si vuole. Questo a Gaza. Nelle file per l’acqua, o per gli aiuti “umanitari” (cibo e medicinali).
In Cisgiordania il sopruso è quotidiano da tempo. Non come assassinio di massa, in un punto affollato, ma più vasto e “sistemico”: i coloni ebrei, che peraltro hanno e usano un linguaggio violentissimo, perfino ributtante, vogliono cacciare e stanno cacciando i residenti palestinesi, e il governo e l’esercito israeliani li aiutano.
Tutto vero, tutto falso? Certo è che il governo israeliano non se ne cura. Di questi “fatti”. Non nell’opinione mondiale, che è passata dal sostegno a Israele di fronte al raid  palestinese del 7 ottobre, alla condanna e perfino all’esecrazione di Israele nella condotta della guerra, sia a Gaza che in Cisgiordania. Non si cura di smentire le stragi, se non flebilmente, e senza argomenti.
Si dice, al più, che il governo Netanyahu non è Israele, che gli israeliani sono contro. Ma + un governo eletto, parlamentare. E l’esercito ai suoi ordini non è di professionisti incalliti ma di reclute, i giovani israeliani.
Che Israele non si curi dell’opinione può non significare nulla – ognuno crede quello che vuole. Ma gli effetti sono sicuramente negativi, anche tra i sionisti più accesi. È del resto impossibile per chiunque accettare, anche solo come esagerazioni, come scherzo, il linguaggio dei coloni. Tanto più che è certificato dalla violenza quotidiana, fino agli assassinii - impuniti.

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