skip to main |
skip to sidebar
Se Israele indigna il mondo
“Strage di bambini a Gaza”, non
contestata. Una delle tanti, ormai giornaliere.
Si prende nota dei bambini perché assassinii non contestabili, come per
gli adulti, che ogni giorno vengono uccisi a raffiche alle code per il cibo o
l’acqua: di loro si può pensare che siano terroristi (ma: sono migliaia? un
esercito? disarmato?), fiancheggiatori, zona grigia, parenti, tutto quello che
si vuole. Questo a Gaza. Nelle file per l’acqua, o per gli aiuti “umanitari”
(cibo e medicinali).
In Cisgiordania il sopruso è
quotidiano da tempo. Non come assassinio di massa, in un punto affollato, ma più
vasto e “sistemico”: i coloni ebrei, che peraltro hanno e usano un linguaggio violentissimo, perfino ributtante, vogliono cacciare e stanno cacciando i residenti
palestinesi, e il governo e l’esercito
israeliani li aiutano.
Tutto vero, tutto falso? Certo è che
il governo israeliano non se ne cura. Di questi “fatti”. Non nell’opinione
mondiale, che è passata dal sostegno a Israele di fronte al raid palestinese del 7
ottobre, alla condanna e perfino all’esecrazione di Israele nella condotta della guerra, sia a Gaza che in
Cisgiordania. Non si cura di smentire le stragi, se non flebilmente, e senza
argomenti.
Si dice, al più, che il governo
Netanyahu non è Israele, che gli israeliani sono contro. Ma + un governo
eletto, parlamentare. E l’esercito ai suoi ordini non è di professionisti
incalliti ma di reclute, i giovani israeliani.
Che Israele non si curi dell’opinione può non
significare nulla – ognuno crede quello che vuole. Ma gli effetti sono sicuramente
negativi, anche tra i sionisti più accesi. È del resto impossibile per chiunque accettare, anche solo come
esagerazioni, come scherzo, il linguaggio dei coloni. Tanto più che è certificato
dalla violenza quotidiana, fino agli assassinii - impuniti.
Nessun commento:
Posta un commento