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Cronache dell’altro mondo – armate (344)
Il nuovo armamento è piccolo, mobile,
tecnologico, poco costoso, polivalente .
“Per decenni i generali al Pentagono
incaricati di decidere che armi comprare seguivano un mantra: grande, strano, e
caro. Ora galoppano nell’altra direzione, invece di accumulare piccole quantità
di armi supersofisticate e supercare – un solo caccia F-22 stealth, il migliore al mondo, costa 350 milioni di dollari.
“Il top sono ora droni di precisione
anti-droni la cui principale caratteristica è il software che li guida all’obiettivo.
In aria, sott’acqua, su terra, la caratteristica decisiva di queste armi è che operano
lontano dai fanti americani, marinai, aviatori che li controllano, esponendo il
personale molto meno al rischio. Il
Pentagono ne compra a migliaia.
“Il mezzo visto all’opera nella
campagna texana, un “Roadrunner”, fabbricato dalla startup della Silicon Valley
Anduril, un cacciatore di droni, costa poco, circa 150 mila dollari, e se manca
l’obiettivo torna alla base, pronto a colpire d nuovo….
“I modelli per le guerre del futuro servono
a combattere in Ucraina e nel Medio Oriente oggi. In Ucraina, l’esercito russo
invasore è stato fermato da un nemico molto più piccolo soprattutto con
dispiegamento in massa di droni, che dal 2024 hanno provocato l’80 per cento
delle perdite russe in uomini e materiali.
“Israele ha sperimentato l’uso degli
algoritmi e dell’intelligenza artificiale per colpire sospetti militanti di
Hamas e Hezbollah, e in Iran. I capi militari alimentano i computer con enormi
ammassi di dati messi insieme da una moltitudine di fonti, e i computer suggeriscono
gli obiettivi da colpire. I nuovi strumenti hanno aiutato gli israeliani a uccidere
decine di migliaia di militanti, ma anche decine di migliaia di civili sono
stati uccisi.
“Per i conflitti potenziali all’orizzonte
– p.es. con la Cina, che per molti aspetti ha sorpassato gli Stati Uniti come forza
militare – il Pentagono sta studiano tattiche e tecniche in uso in Ucraina e in
Medio Oriente, nuovi orizzonti aprendo alle guerre del futuro che sperano di scoraggiare”.
(“The New Yorker”)
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