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sabato 9 agosto 2025

La Dc ritorna in banca – 2

Ricorda sul “Sole” Alessandro Profumo, il creatore di Unicredit, da ultimo manager di Finmeccanica-Leonardo, ma una vita in banca, delle sue prime esperienze nel mondo del lavoro, quindi dei tardi anni 1970-primi 1980: “Nessuno dei nostri impiegati e nessuno dei nostri clienti poteva avere il vizio del gioco”. Succedeva al Banco Lariano.
Il controllo era ovviamente più accurato nelle rurali, le popolari, le risparmio. Per la moralità, certo, ma non si poteva essere comunisti, neanche socialisti, neanche repubblicani. In Lombardia e nel Veneto – in Toscana e in Emilia non si poteva non essere comunisti, al peggio socialisti.
Curiosamente, lo stesso schieramento si propone oggi. Fermi restando la Cariplo e il San Paolo baluardo bianco nella pancia di Intesa, due fronti “bianchi”, un tempo democristiani oggi popolari, si costruiscono attorno a Mps (Tesoro, Caltagirone, eredi Del Vecchio, e altri minori) e sull’asse Bpm-Crédit Agricole. Bpm, ex Popolari milanese e veneta, è anche parte importante di Mps.
Considerandoci assieme anche Intesa, la banca “bianca” copre oggi abbondantemente più della metà del credito.   
Al vecchio fronte opposto, tosco-emiliano, si lascia solo Bper, l’ex popolare Emilia-Romagna. Sotto l’ombrello dell’assicurazione  “compagna” Unipol. Con il contentino della popolare Sondrio – dall’anima più “bianca” che si può.
Quanto basta per tacitare il Pd di Schlein, che pure voleva essere di sinistra, se non più comunista. Si spiega così il silenzio del Pd e dei suoi media sulla stramberia del governo, che ha usato il golden power per dare Bpm al gruppo francese “popolare” Agricole - democristiano del resto anche il metodo di governo nella fattispecie, la nessuna considerazione delle leggi.

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