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domenica 13 luglio 2008

Gentildonne arabe e veline europee

La notizia della visita di Bashir Assad a Parigi sarà stata sua moglie. La première dame Asma el Assad ha oscurato la sinistra fama dei siriani, traditori della Francia che sempre li ha protetti, con l’autobomba contro i militari Onu francesi a Beirut venticinque anni fa. E perfino la fama recente della cantautrice première dame Carla Bruni.
C’è un vistoso décalage tra le primedonne arabe e quelle europee. Istruite, sensibili, poliglotte, intelligenti quelle arabe ultimamente viste in Europa, Rania di Giordania, Lalla del Marocco, Moza al Thani del Qatar, una delle moglie dell’emiro del Qatar, una delle donne più potenti del globo secondo “Forbes”, Haya del Dubai, figlia tutta occidentale di re Hussein di Giordania, moglie dello sceicco del Dubai, e Asma el Assad, brave anche più dei loro mariti e comunque con una determinante funzione politica. Per la salute, l'istruzione e i fatti sociali, certo, più che sui carri armati. Con più figli, che non esibiscono, nemmeno incinte. Anche belle e ben vestite. Mentre gli europei se la fanno con chi capita, le ministre di Zapatero, Berlusconi, Rasmussen, direbbe la comica Guzzanti, le mogli di Schröder, le cantanti e le veline. Una scelta che si deve ritenere risponda anch’essa, così come quelle dei governanti arabi, a una domanda politica.
E così, al raffronto, è l’Europa che rinnega le donne - uno dei motivi per cui Blair è odiato in Italia è che non divorziato dalla moglie Cherie, per giunta cattolica. Mentre la moglie giovane, moderna e preparata è scelta nei paesi arabi – dai governanti o da chi per essi – quale testimonianza e immagine. Una traccia altrettanto forte che quella talebane e qaedista, e sicuramente vincente, più duratura, poiché proietta un immaginario fatto di impegno e lavoro, di parità con lo sposo, e di integrità senza veli. Le nostre primedonne si appiattiscono sul genere donne del calciatore, anche quando non ne hanno il fisico. Le arabe imparano a pensare con la loro testa, impercettibilmente finendo di delegare il mondo là fuori comodamente all’uomo.

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